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Una multa giornaliera della Commissione alla Polonia, finché non si piegherà

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Con una mossa molto insolita,  martedì (8 settembre) la Commissione europea ha chiesto alla massima corte dell’UE di imporre una sanzione pecuniaria giornaliera alla Polonia per il mancato rispetto da parte di Varsavia delle misure temporanee che i giudici europei hanno messo in atto a luglio e che lo stato polacco non ha ancora applicato. Il tutto a segnalare un’intensificazione della faida che divide, su molteplici piani, Varsavia e Bruxelles.

Il 14 luglio, la Corte di giustizia europea (CGUE) ha ordinato alla Polonia di sospendere alcuni poteri della camera disciplinare giudiziaria nazionale, l’equivalente del nostro CSM. Questi comprendevano la capacità dell’organismo di perseguire i giudici che applicano il diritto dell’UE in materia di indipendenza giudiziaria, nonché il potere di revocare l’immunità ai membri del potere giudiziario.

Però recentemente si è aperta un’indagine disciplinare  su di  un giudice in Polonia che aveva applicato l’ordinanza della CGUE di luglio, violando quindi l’ordine della corte di Giustizia. però il governo polacco ha affermato di non poter intervenire proprio per rispettare l’indipendenza della magistratura.

La decisione dell’esecutivo europeo di chiedere sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto da parte della Polonia di un’ordinanza del tribunale prima che venga emessa una sentenza definitiva sul caso è altamente insolita. Un alto funzionario della Commissione ha descritto la mossa come “molto rara” e “non facile”, presa dopo molte deliberazioni.  Sembra proprio una sorta di discriminazione nei confronti del apese che, attualmente, è più recalcitrante agli ordini di Bruxelles. Ricordiamo che c’è una sentenza molto pesante della corte costituzionale di Varsavia che ha praticamente sancito la superiorità del diritto interno, soprattutto costituzionale, polacco su quello europeo, ponendo le basi per una vera e propria rivoluzione giuridica europea.

 

 


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