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Un vaccino contro l’Alzheimer? Straordinaria scoperta apre ad una nuova terapia

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Un nuovo approccio apre la strada a una cura potenziale per una malattia sinora incurabile e degenerativa. Un nuovo studio suggerisce che sia un trattamento a base di anticorpi sia un vaccino a base di proteine ​​possano   ridurre i sintomi dell’Alzheimer, fatto confermato anche in sperimentazioni murine

Sinora ci si è concentrati nell’intervenire sulle placche della proteina beta amiloide nel cervello, che si ritengono essere la causa della malattia. Il nuovo approccio invece si concentra su una forma diversa della proteina, ritenuta altamente tossica, cioè quella in soluzione. In questo stato le proteine si presentano con una forma simile a stringhe che poi possono unirsi per formare fibre e placche. Ora pare che sia questa forma a essere alla base della progressione della malattia. A questo punto hanno predisposto sia un vaccino che è in grado d’indurre la produzione di questi anticorpi, sia gli anticorpi stessi come terapia diretta, riuscendo a ottenere degli ottimi risultati nei topi, con una ripresa della memoria e una forte riduzione dei sintomi.

Lo studio all’avanguardia è stato condotto dall’Università di Leicester, l’University Medical Center Gottingen e l’ente benefico per la ricerca medica LifeArc. Si tratta di un approccio che genera grosse speranze e che non presenta gli aspetti negativi degli altri in sviluppo che invece si concentrano sulle placche di proteina amiloide.

Nei topi trattati si è addirittura assistito a una ripresa della memoria precedentemente persa per l’Alzheimer. Ovviamente ci vorrà una prosecuzione della ricerca prima di passare alla sperimentazione sugli essere umani, ma il nuovo approccio potrebbe segnare una svolta su una malattia sinora ritenuta senza speranza.

 


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