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UN PROBLEMINO DA 20 MILA MILIARDI: metà delle banche cinesi non supera gli stress test

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“Pechino, abbiamo un problema”. In Cina nel giro di 15 giorni ci sono stati due Bank Run, due assalti alle banche che hanno costretto gli istituti a blindarsi, letteralmente, dietro montagne di banconote per mostrare una supposta, ed inesistente, liquidità. Dopo la Henan Yichuan Rural Commercial Bank ad inizio mese è toccato alla Yingkou Coastal Bank, presa d’assalto dai risparmiatori impauriti ed inferociti. Questa piccola banca pagava già interessi sui depositi doppi rispetto a quanto pagato dai principali concorrenti, il tutto nel tentativo di attrarre nuova liquidità.

La situazione del sistema creditizio cinese sta esplodendo ed il tutto è reso evidente dall’andamento dei tassi interbancari:

 

Il tasso Repo ad un mese è schizzato al 5%, ben oltre il tasso della Banca Centrale, indice che il sistema sta pagando una fortissima crisi di liquidità. Questa è soprattutto presente nelle campagne, nelle zone industriali fortemente inquinate, e poco si mostra al mondo esterno.

La PBOC, la banca centrale cinese, ha imposto degli stress test prima al sistema creditizio nel suo insieme e poi specificamente alle 30 principali banche. I risultati sono stati tutt’altro che esaltanti.

Questo quelli sul totale del sistema:

La lettera D indica le banche già in default…  e sappiate che sono 5. Le banche in blu sono quelle ad alto rischio. Praticamente abbiamo oltre 500 banche in Cina che sono ad alto rischio di fallimento. Una situazione sicuramente non semplice.

La PBOC ha anche effettuato una ricerca simile fondata sulle 30 grandi banche e qui  i risultati sono stati ancora peggiori:

  • nel caso di un calo del PIL ad una crescita al 5,3% 9 banche su 30 fallirebbero il test di adeguatezza di capitalizzazione con un calo del 1% della capitalizzazione del sistema dal 14,43% al 13,47%,
  • nel caso di un calo della crescita del PIL al 4,15% ben 17 banche su 30 fallirebbero di raggiungere gli obiettivi di capitalizzazione, fallendo quindi il test.

Una situazione molto preoccupante, tanto più che la reale crescita non è assolutamente il 6% che viene presentato dal governo e dagli enti pubblici, ma molto, molto più basso.

 


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