Attualità
Ultima chiamata per salvare le piccole imprese Italiane!
In generale voglio essere ottimista, quindi spesso pubblico articoli che esortano i giovani all’avvio di nuove iniziative economiche in settori che considero buoni o in crescita sulla base dei dati che derivano dalla mia attività professionale quotidiana, tuttavia riscontro a livello emotivo molto pessimismo e delusione.
Infatti negli ultimi anni, complice la grave crisi economica che ha diminuito in modo considerevole la domanda interna e i profitti (ammesso che ce ne siano!), una politica con poca attenzione verso le Pmi e una tassazione troppo elevata rendono la situazione molto difficile.
Prima di addentrarmi in un’analisi specifica vorrei, far notare che oltre ad una politica fiscale di aiuto già annunciata con interventi importanti come la pace fiscale o la mini flat tax (e altri interventi in programma), è necessario avviare una politica efficace si sviluppo economico!
Sono sicuro che il governo attuale ha a disposizione i migliori tecnici presenti in Italia che sapranno studiare ed attuare le risolutive politiche economiche per far ripartire la domanda interna ed aiutare il mondo delle piccole imprese. Una svolta importante può essere una minore “centralità” delle stato Italiano verso le politiche economiche di sviluppo, lasciando più spazio ai nostri amministratori locali che vivono ogni giorno a contatto con le realtà e sanno o possono intervenire in modo concreto. Abbiamo visto come molti bravissimi amministratori locali, pur con risorse limitate, sono riusciti ad aiutare le imprese sul proprio territorio.
A ciò si aggiunge la necessità di riforma che tenda ad una burocrazia più semplice e più immediata da attuare che non generi degli ostacoli alle aperture o allo sviluppo delle iniziative economiche.
Tornando all’analisi della situazione economica attuale, non è delle migliori, anzi da addetto ai lavori dico che non va bene per niente!
In Italia ci sono centinaia di migliaia di piccole imprese artigiane, partite iva , commercianti che stanno cercando, non come si faceva una volta, di fare impresa per generare un profitto, ma di sopravvivere!
Il tessuto imprenditoriale Italiano è caratterizzato da sempre da una miriade di piccoli imprenditori che si impegnano e si sacrificano con capacità che hanno portato a sviluppare dei prodotti di qualità eccezionale che caratterizzano il made in Italy. Dietro a queste realtà ci sono poi una molteplicità di piccole attività legate al commercio o alla fornitura di servizi, che vivono grazie al settore stesso (indotto).
Pensiamo anche al settore alimentare: è proprio l’inventiva, la tradizione, la qualità, l’impegno che hanno portato la cucina Italiana ad essere una delle più varie e la più apprezzata del mondo! Faccio poi presente che delle società multinazionali che oggi sono molto conosciute e caratterizzano il made in Italy nel mondo sono nate come piccoli laboratori artigianali.
Un piccolo imprenditore subito dopo l’apertura si trova con una miriade di spese anticipate, problemi di liquidità, burocrazia, adempimenti anticipati oltre le normali difficoltà tecniche ed economiche legate alla creazione del giro d’affari e spesso si sente lasciato solo o addirittura nemico delle istituzioni.
Parlando invece di chi l’impresa l’ha già creata e cerca di sopravvivere, se si continua con politiche economico fiscali improntate all’attuale “pilota automatico” già impostato (fiscal compact), il rischio che nei prossimi anni chiudano o falliscano molte altre piccole imprese è concreto! Anzi , rischiamo che degli interi settori storici Italiani vadano a scomparire come già successo per alcune lavorazioni specializzate nel tessile (e questi artigiani non riaprono più). E’ importante sottolineare che i settori spesso caratterizzano l’economia di un’intera zona, qui in Lombardia ad esempio abbiamo tanti distretti industriali e artigianali localizzati, ma in Italia ce ne sono tanti; una crisi quindi rischia di generare dei seri problemi di depressione, povertà e livello sociale in una determinata zona un tempo ricca ed attrattiva.
Tutto ciò non è accettabile e con gli interventi politico economici auspicati il mio augurio è che il prossimo autunno possa esserci veramente una svolta e finalmente una ripresa!
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