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Turchia: in corso le elezioni che potrebbero cambiare economia e politica del Paese

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A più di quattro ore dall’inizio delle votazioni nei seggi turchi, gli osservatori riferiscono di un’alta affluenza alle urne in tutte le città turche. Questo indica che la competizione è molto agguerrita. Due dei tre candidati alla presidenza, Kemal Kilicdaroglu e Sinan Ogan, hanno votato ad Ankara, proprio a mostrare l’importanza dell’evento. Il Turchia, al contrario dell’Europa, credono ancora all’elezioni e l’affluenza alle elezioni turche è generalmente alta: nel 2018, quasi l’87% degli aventi diritto ha votato.

Parlando con i giornalisti, Erdogan ha espresso la speranza che l’esito delle urne sia positivo per il Paese.

“La mia speranza è che, dopo lo spoglio di questa sera, il risultato sia positivo per il futuro del nostro Paese e per la democrazia turca”, ha dichiarato.

In precedenza Erdogan aveva accusato gli USA di aver cercato di manipolare le elezioni contro di lui, Il suo principale avversario, Kemal Kilicdaroglu, con cui si gioca le elezioni, aveva invece accusato troll russi di maneggiare la pubblica opinione. Ognuna delle due parti si prepara l’alibi straniero per giustificare un’eventuale sconfitta.

In attesa dei risultati ricordiamo che il Partito Repubblicano, laicista e kemalista di Kilicdaroglu è forte nelle aree più “Europee” della Turchia, cioè la parte occidentale, oltre che ad Ankara, mentre l’anima profonda del paese, islamica ed etnicamente ben identificata, è stata sempre dalla parte di Erdogan. L’inflazione, pesantissima in Turchia, potrebbe favorire questo candidato e portarlo al potere.

Kemal Kilicdaroglu  è un economista e ha promesso una “Nuova primavera” per il paese in caso di vittoria. Sicuramente il cambio della guardia porterebbe a un riavvicinamento fra USA e UE e Turchia. Sappiamo che gli USa sono diventati molto freddi con Erdogan, soprattutto dopo l”acquisto da parte di Ankara del sistema antiaereo russo S 400 e il recente rifiuto di consegnarlo all’Ucraina o di farlo esaminare da tecnici NATO. La Turchia è stata cacciata dal programma F 35, di cui doveva essere uno dei costruttori, ed anche l’ammodernamento degli F 16 viene continuamente ritardato.

La vittoria di Kilicdaroglu dovrebbe portare ad un riavvicinamento fra Washington ed Ankara, con magari il rientro del paese NATO in F 35. Non è detto che ci sarebbe una rottura con al Russia, anzi probabilmente la Turchia continuerebbe ad essere un paese terzo rispetto al blocco occidentale, ma i baci ed abbracci che si sono visti fra Erdogan e Putin probabilmente verrebbero a cessare. Anche la politica economica e monetaria molto particolare turca probabilmente verrebbe a cambiare, con la fine della “Erdoganomics” e una lotta più decisa contro l’inflazione.

Questa sera avremo le idee molto più chiare sul futuro della Turchia e della NATO.


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