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Turchia: Erdogan fa arrestare 130 costruttori edili dopo il terremoto

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Il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria ha superato i 28.000 morti questo fine settimana e molte altre migliaia potrebbero essere ancora sepolte sotto le macerie, poiché in molte aree della vasta zona disastrata, ampia centinaia di chilometri, le operazioni di soccorso sono appena iniziate.

I funzionari turchi stimano che circa 25.000 edifici siano totalmente crollati o gravemente danneggiati dal terremoto, e che altri edifici già scossi potrebbero potenzialmente crollare a causa di scosse di assestamento e tremori.

Ma in un nuovo sviluppo, “circa 130 persone sono state arrestate o sono oggetto di mandati di arresto emessi da funzionari turchi per il loro coinvolgimento in presunti metodi di costruzione difettosi e illegali, mentre le squadre di soccorso lavorano per individuare i sopravvissuti tra le macerie di migliaia di edifici abbattuti da un terremoto quasi una settimana fa”, riporta The Hill sulla base di fonti regionali.

La retata di arresti sarebbe la prima grande azione dei neo istituiti “Uffici per le indagini sui crimini legati ai terremoti”, che indagheranno sugli illeciti che hanno contribuito all’elevato numero di edifici crollati.

“Seguiremo meticolosamente la vicenda fino alla conclusione del necessario processo giudiziario, soprattutto per gli edifici che hanno subito danni ingenti e per quelli che hanno causato morti e feriti”, ha dichiarato un funzionario turco.

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha promesso una risposta dura, in mezzo al dito puntato dell’opinione pubblica e all’indignazione delle famiglie delle vittime, anche in considerazione dell’enorme portata della catastrofe, che ha lasciato intere città demolite, come ad esempio la grande città di Antakya nella provincia di Hatay.


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