Attualità
Turchia e Lira ed Atomica. Le news non è economica, ma politica (Spoiler: i problemi economici ci sono da mesi ne scrivemmo a giugno)
Cari amici,
chi segue Scenari Economici ha letto sulla situazione economici della Turchia per almeno un paio di volte negli ultimi tre mesi. Mentre altri non riescono ad uscire dalle banalità, spesso stupide , della cronaca a SE cerchiamo di alzare la testa e dare uno sguardo in lontananza. Poi ci sono li gnomi che vanno in TV a dire vaccate, e permettetemi questo francesismo, offensivo per l’utile mammifero produttore di latte, ma veramente si sono sentite, o lette, cose che fanno dubitare del genere umano.
Fatta questa premessa riaggiorniamo i grafici della Turchia e vediamo cosa è cambiato negli ultimi giorni. Questi sono gli articoli originali di luglio
Turchia: deficit gemelli e carry trading portano giù la lira turca
e di giugno
Perchè l’Argentina e la Turchia non sono il Brasile….. (e neanche l’Italia)
Vediamo un po’ di dati freschi. L’andamento generale non è cambiato da come lo avevamo descritto a giugno-luglio. C’è stata un’accelerazione negli ultimi giorni di carattere politico, perchè le motivazioni della crisi degli ultimi giorni sono più politiche che economiche.
Ora il trend degli ultimi 10 mesi era per la svalutazione, ed economicamente non è cambiato molto, mentre il cambiamento è dal punto di vista politico, molto importante, ed avvenuto negli scorsi giorni. Prima aggiorniamo le questioni economiche, che non sono variate, e poi affrontiamo la vera emergenza, che è politica.
La Turchia presenta un forte disavanzo delle partite correnti, praticamente quasi mai positive negli ultimi 5 anni.
C’è stato un leggero miglioramento perfino a maggio, ma il saldo resta negativo.
Anche la componente commerciale della bilancia delle partite correnti è negativa, La turchia non riesce, ancora, ad avere un vantaggio sufficiente dalla propria svalutazione.
L’esportazione maggiore della Turchia è di carattere minerario, l’Oro (dati OCSE, 12 miliardi usd). Gli altri principali export riflettono l’Import, e caratterizzano il sistema industriale fragile e caratterizzato da “Fabbriche cacciavite”, in cui sfrutti solo il basso coto del lavoro per assemblare pezzi prodotti da altri. Se l’export è dal settore primario l’effetto della svalutazione è minimo. Non è che si trova più oro perchè hai svalutato…..
Ciò premesso vediamo che la Turchia, almeno dai dati ufficiali, non fa spese folli. Potrebbe entrare nella UE e magari Cottarelli ne sarebbe fiero:
Delizia per gli austeri è perfino il debito… 28% del PIL.
Se passiamo a considerare la crescita, beh, tanta invidia:
Certo che il reddito pro capite comunque è in crescita, e parliamo dell’espressione in dollari , non in lire turche.
L’inflazione è esplosa, a questo punto:
La Banca Centrale di Ankara ha aspettato un po’ troppo ad alzare i tassi: la bilancia delle partite correnti negativa , commerciale negativa, la crescita fortissima ed un limitato, ma presente, deficit governativo comunque indicavano un’economia cresciuta troppo, con una politica monetaria troppo rilassata che aveva fatto esplodere le importazioni di un sistema industriale non ancora sufficientemente sviluppato. Alla fine la Banca Centrale Turca è intervenuta sui tassi, ma troppo tardi.
Quindi le cause del problema della Lira Turca sono sempre le stesse:
- deficit gemelli, soprattutto di Partite correnti;
- deficit di bilancia commerciale senza sistema industriale adeguato;
- carry trade, dovuto alla svalutazione prevedibile, che rende semplice prendere in prestito in lire ed investire in valuta estera;
- il tutto condito da motivazioni di carattere politico che, fino a luglio, hanno impedito l’effettuarsi di una politica monetaria restrittiva.
Ora una breve comparazione con l’Italia, solo per smetterla di sentire vaccate su Italia Euro etc. vediamo le partite correnti italiane ed il tasso di inflazione core italiano.
Le partite correnti italiane sono positive, soprattutto per la componente della bilancia commerciale. Potremmo parlare del nostro sistema industriale, della composizione dell’export, ma non è questo il tema.
Poi l’inflazione è meno di un quindicesimo rispetto a quella turca, ed il nostro sistema economico è tutto, tranne che surriscaldato:
Poi capite perchè mi arrabbio: sento gente che si chiama, e fa chiamare “Economista” e spara vaccate incredibili, vergognose per la loro intelligenza. Io non mi scandalizzo per nulla, se non per la malafede.
A luglio la Banca Centrale era intervenuto aumentando il tasso di interesse overnight, e questo avrebbe portato finalmente ad una soluzione di una parte dei problemi. Quindi nel medio termine ci sarebbe stata una risistemazione delle partite correnti, soprattutto perchè il carry trading sarebbe stato molto meno conveniente. Purtroppo si sono inserite le motivazione, ben più gravi di carattere politico. Dopo lo “Strano Golpe” del 2016 Erdogan ha incolpato Fethullah Gulen, predicatore musulmano con ampio seguito in Turchia ma che vive negli USA, protetto dal governo Questo, insieme ad una serie di contrasti in, praticamente ogni campo, ha portato ad un conflitto diretto fra Washington ed Ankara. Cerchiamo di riassumere le clausole del contrasto:
- Fethullah Gulen ed il suo ruolo nel “Golpe”;
- l’acquisto del sistema missilistico russo S-400, cosa che ovviamente non va bene nè al sistema industriale -militare USA, nè alla NATO, che non pul permettersi lo scambio di informazioni strategiche militari con Mosca;
- il ruolo duplice, se non triplice, in Siria, dove la fazione Curda è appoggiata da Washington, ma combattuta militarmente da Ankara;
- i contrasti con Italia e Cipro per lo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale fra Cipro e la Siria, che hanno portato ad un blocco, con mezzi militari, delle esplorazioni (caso SAIPEM);
- i contrasti con la Grecia e gli USA per lo sfruttamento dei giacimenti di gas nell’Egeo;
- i contrasti militari con la Grecia per cattura di due soldati greci da parte dei turchi;
- un pastore USA , Andrew Brunson, in arresto preventivo… per 600 giorni;
- le sanzioni USA su acciaio ed alluminio raddoppiate;
- la minaccia di un gruppo di deputati turchi di violare la base NATO di Incirlik ed arrestare un gruppo di ufficiali USA ;
- la Turchia avrebbe un programma nucleare che, partendo da una base pacifica , potrebbe portare anche ad evoluzioni militari, come rivelato da ex membri del parlamento.
Le ultime due notizie sono particolarmente preoccupanti perchè la ase aerea NATO di Incirlik vede depositate almeno 10 bombe nucleari tipo B61 a caduta gravitazionale, niente di avanzato, ma abbastanza da costituire una grossa minaccia per i suoi vicini. Attualmente le bombe sono sotto controllo americano, ma, come avete appena letto, ci sono spinte ad occupare la base NATO che le custodisce, mente gli USA fanno partire aerei carichi di mezzi e di attrezzature nel tentativo di evacuarla. Dieci bombe nucleari possono essere un buon deterrente per minacciare i nemici della Turchia. Quali? Non l’Iran o la Russia, con cui attualmente ha buoni rapporti, ma l’Iraq, soprattutto la parte curda, anche se ora la leadership del Kurdistan iracheno ha buoni rapporti con Ankara, la Siria, ed i paesi europei, Grecia e Cipro in primis, che , pur essendo parte della NATO, sono anche nel controllo delle ricchezza naturali, che Erdogan vede come di propria spettanza.
In questa situazione si sta assistendo ad una possibile inversione delle alleanze, ma, nel considerare questa situazione, dobbiamo valutare alcuni fattori:
- la popolazione turca è ancora in massima parte favorevole a Erdogan per la sua politica islamista, per il controllo dei media e per l’evidente crescita nella ricchezza dei cittadini che abbiamo visto con il PIL reale pro capite. L’inflazione è un problema secondario;
- la Grecia e Cipro non hanno capacità militari sufficienti, anche grazie alla stupida politica di austerità, per opporsi all’aggressività turca. L’appoggio delgi USA e di possibili alleati europei è, per questi paesi, essenziale;
- gli USA potrebbero chiudere Incirlik e spostare la base in Cipro o in Grecia, entrambe paesi NATO più affidabili;
- l’Italia ha legami stretti con questi paesi di carattere politico economico e culturale. Sicuramente Trump ha parlato di questo problematico equilibrio con Conte a Washington il 30 luglio.
Il problema turco non è quella specie di farsa che in TV viene messa in atto da mezzi economisti, ma è un vero e proprio enorme problema politico e militare, prima che economico. La Germania non può e non riesce a sganciarsi da Erdogan, come mostrato dalla recente vicenda degli immigrati. La Francia è chiusa in un autodistruttivo egoismo. Solo l’Italia, con l’aiuto degli USA , può riprendere il suo tradizionale, potremmo dire millenario, ruolo di guardiana del mediterraneo anche orientale. Questo richiederebbe una politica seria e coraggiosa, della maggioranza e dell’opposizione. Per ora si assiste ad una indecente farsa, può questa situazione cambiare? Purtroppo le persone sono spesso troppo piccole per alzare lo sguardo.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.