Economia
Trump sta causando volontariamente una recessione?
Le ultime mosse e parole di Trump sembrano prevedere, o forse perfino causare, una recessione subito, immediata, per tagliare il grasso superfluo e godere poi del rimbalzo. Una politica che ha dei rischi

Nel fine settimana Trump ha concesso un’intervista a Maria Bartiromo,di FoxBusiness, nella quale il presidente, di fronte alla domanda se c’è da aspettarsi una recessione, si è stranamente messo sulla difensiva, dicendo “odio prevedere cose del genere”, . “C’è un periodo di transizione, perché quello che stiamo facendo è molto grande. Stiamo riportando la ricchezza in America. È una cosa grande. E ci sono sempre periodi di – ci vuole un po’ di tempo. Ci vuole un po’ di tempo. Ma penso che dovrebbe essere fantastico per noi. Voglio dire, penso che dovrebbe essere fantastico”.
Trump ha messo la cosa in conto e non intende intervenire in un salvataggio: “Potrebbe esserci una piccola perturbazione. Non si può guardare il mercato azionario. Se si guarda alla Cina, loro hanno una prospettiva di 100 anni… noi andiamo per trimestri. Quello che stiamo facendo è costruire una base per il futuro”.
E se questo non fosse abbastanza chiaro, il suo Segretario al Tesoro Scott Bessent è stato il più esplicito possibile, prevedendo che gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso un “periodo di disintossicazione” e avvertendo che “potremmo vedere che l’economia che abbiamo ereditato sta iniziando a girare un po’? Certo”. Ha anche escluso cambiamenti di politica per sostenere il mercato, confermando che, almeno per il momento, la strategia di Trump è morta e sepolta.
Commentando questi discorsi pre-recessivi, Rich Privorotsky, responsabile del trading di Delta One di Goldman, ha affermato che “sebbene sia lodevole il tentativo di affrontare gli squilibri a lungo termine della sostenibilità del debito e della spesa (che hanno subito un’accelerazione durante la crisi) , è difficile capire come questi non abbiano implicazioni economiche a breve termine”, facendo di fatto eco a quanto avevamo detto un mese fa.
Rabobank è stata ancora più esplicita quando ha detto che “Trump non ha parlato di azioni finora, e da Washington si dice che la loro attenzione è rivolta a Main Street, non a Wall Street, con la disponibilità a tollerare ‘disturbi’ per almeno i prossimi sei-otto mesi, dando la colpa a Biden, al fine di ottenere un quadro che consenta una crescita basata su ciò che Trump pensa sia il PIL…”.
Ieri le borse sono precipitate. Vediamo cosa ha fatto lo SP500, per esempio, con una caduta del 2,8%:
Non è impossibile che, imitando Milei, Trump venga, a suon di tagli e di dazi, a produrre volontariamente una recessione presto, di cui vi erano comunque già i segni, per poter godere di un rimbalzo fra un anno.
Una politica di lacrime e sangue immediata, che spiega anche il caos causato dai dazi, in modo volontario, per poi arrivare prima del mid term con dei dati positivi, frutto del repulisti nelllo stato federale, dello stimolo per i tagli fiscali e del rtorno della manifattura negli USA.
Si tratta di una politica che riprende quella di Milei: lacrime, sangue e maledizioni subito, per poi poter godere dei benefici politici ed elettorali. Però si tratta di una scommessa che pul anche non rivelarsi vincente. Prima di tutto ci sono fattori esterni imprevedibili, che possono scombussolare le previsioni (come, ad esempio il Covid, o le guerre). Questo può anche spiegare il desiderio di Trump di Pace: gli imprevisti possono rovinargli il gioco.
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