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Analisi e studi

L’Arma segreta di Trump: Dopo i dazi, arriva la “Guerra del Capitale” che può far crollare il dollaro

Ci sono solo i dazi? Trump ha un nuovo asso nella manica: la Sezione 899. Una tassa sui capitali esteri per scatenare la “guerra del capitale”. Il mondo finanziario trema.

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La recente decisione della Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti di sospendere i dazi imposti dall’amministrazione Trump tramite l’autorità dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) ha sollevato interrogativi sulle strategie commerciali del Presidente, anche se poi una corte di appello ha sospeso la decisione di sospendere  i dazi, incrementando l’incertezza.

Tuttavia, secondo analisti come Goldman Sachs e la stessa Casa Bianca, l’impatto di questa sentenza potrebbe essere limitato, poiché esistono altri strumenti a disposizione dell’esecutivo per perseguire un’agenda protezionistica. Tra questi, spicca la Sezione 899 del cosiddetto “Big Beautiful Bill”, un disegno di legge attualmente in discussione al Senato statunitense, che potrebbe rivoluzionare il panorama economico internazionale.

Cos’è la Sezione 899?

La Sezione 899 rappresenta una potenziale svolta nella politica economica americana, introducendo cambiamenti significativi nella tassazione del capitale straniero negli Stati Uniti, i più rilevanti dai tempi del Deficit Reduction Act del 1984 e del Foreign Investors Tax Act del 1966. Secondo George Saravelos, analista di Deutsche Bank, questa legislazione potrebbe trasformare la guerra commerciale in una vera e propria guerra del capitale, offrendo all’amministrazione Trump un nuovo strumento per esercitare pressione economica sui partner internazionali.

La Sezione 899 consente di imporre una tassazione del 20% sui redditi di fonte statunitense detenuti da investitori stranieri, con alcune condizioni.

Un aspetto cruciale è la sospensione dell’esenzione precedentemente introdotta sotto l’amministrazione Reagan per i governi stranieri, come le banche centrali che detengono titoli del Tesoro statunitense (UST). Questo significherebbe una riduzione del rendimento effettivo dei Treasury di circa 100 punti base, rendendo meno attraenti gli investimenti in dollari per gli investitori internazionali.

Un’arma a doppio taglio

La Sezione 899 si distingue per alcuni elementi chiave:

  • Bassa soglia di attivazione: La legislazione permetterebbe al Segretario del Tesoro di stilare una lista di paesi ritenuti “discriminatori”, attivando così misure di ritorsione fiscale. La definizione di “paese discriminatorio” rimane vaga, ma potenzialmente potrebbe includere molti paesi sviluppati, ampliando il raggio d’azione della misura.
  • Impatto sul mercato dei capitali: L’introduzione di questa tassa minerebbe l’apertura dei mercati finanziari americani, tradizionalmente considerati un porto sicuro per gli investitori globali. La maggiore incertezza sui rendimenti potrebbe ridurre l’attrattiva del dollaro, proprio in un momento in cui gli Stati Uniti hanno bisogno di finanziamenti per sostenere il loro deficit gemello (fiscale e commerciale).

Paralleli con la guerra commerciale: La Sezione 899 sembra ricalcare le strategie protezionistiche già viste nei dazi commerciali, estendendole al capitale. Questioni come la Digital Services Taxation, già al centro delle dispute commerciali, sono incluse nella legislazione, rafforzando il legame tra politica commerciale e fiscale.

Trump potrebbe annunciare così l’applicaazione della sezione 899

Come potrebbe Trump utilizzare la Sezione 899?

Se approvata, la Sezione 899 potrebbe diventare un’arma potente per l’amministrazione Trump, soprattutto alla luce delle limitazioni imposte dalla recente sentenza della Corte del Commercio Internazionale.

Con i dazi tradizionali sotto pressione legale, la tassazione del capitale straniero potrebbe rappresentare un nuovo strumento di leva nelle negoziazioni internazionali. Ad esempio, Trump potrebbe utilizzarla per:

  • Pressione sui partner commerciali: Minacciando o applicando tasse sui redditi da capitale, gli Stati Uniti potrebbero spingere i paesi stranieri a fare concessioni in materia di commercio o politica monetaria.
  • Controllo del dollaro: Un’eventuale riduzione dell’attrattiva degli asset in dollari potrebbe portare a un indebolimento della valuta americana, favorendo le esportazioni USA ma rischiando una corsa globale al deprezzamento delle valute, simile a quanto visto dopo la crisi Lehman.
  • Gestione del deficit: Tuttavia, la misura potrebbe avere un effetto boomerang, riducendo la domanda di Treasury e complicando il finanziamento del debito pubblico statunitense. Però la Federal reserve sta già operando per far saltare il deficit USA, mantenendo elevato il tasso d’interesse. In questo momento i titoli USA, con il ribasso dell’inflazione, sono fin troppo attrattivi. In questo momento il rendimento reale positivo dei titoli a 10 anni USA è del 1,5%. Non poco.

Implicazioni globali

La potenziale approvazione della Sezione 899 sta già generando dibattiti tra i grandi investitori istituzionali, che iniziano a riconsiderare le loro allocazioni in dollari. L’incertezza introdotta dalla legislazione, combinata con le tensioni commerciali in corso, potrebbe spingere verso una ridefinizione strutturale degli investimenti in asset americani. Se il dollaro dovesse indebolirsi significativamente, i principali partner commerciali potrebbero essere costretti a svalutare le proprie valute, innescando una competizione globale al ribasso.

La Sezione 899 rappresenta un potenziale punto di svolta nella strategia economica di Trump, offrendo un’alternativa ai dazi tradizionali per esercitare pressione sui partner internazionali. La sua applicazione sarebbe coerente con il tentativo di svalutare il Dollaro, portandolo a un livello tale da poter agire direttamente come “Dazio indiretto”, rendendo i beni importati più costosi, e quindi meno convenienti.

Però implementarlo potrebbe avere conseguenze imprevedibili, sia per i mercati finanziari globali sia per la stabilità economica interna degli Stati Uniti. In un contesto di crescenti tensioni geopolitiche e commerciali, questa legislazione potrebbe trasformare il protezionismo americano in una battaglia non solo commerciale, ma anche finanziaria, con esiti incerti per l’economia globale.


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