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Economia

La “Vera” strategia di Trump dietro i dazi: il “Dazio Occulto” di cui nessuno parla , svelato da Antonio Maria Rinaldi

Antonio Maria Rinaldi analizza la strategia di Donald Trump sui dazi, rivelando come la svalutazione del dollaro agisca da “dazio occulto” del 15-16%. Un’analisi approfondita su interessi economici, UE e le mosse inattese di Washington.

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In un’intervista illuminante, il Professor Antonio Maria Rinaldi svela la “vera” strategia dietro i dazi imposti da Donald Trump, una mossa che, contrariamente all’opinione comune dei media, non è affatto casuale ma parte di un piano ben preciso e, a suo dire, sorprendentemente efficace.

Rinaldi spiega che la radice di questa strategia risiede nell’obiettivo primario di Trump di ridurre lo sbilancio della bilancia dei pagamenti americana, un deficit commerciale che vede gli Stati Uniti importare circa mille miliardi di dollari in più di quanto esportino ogni anno. Questo squilibrio massiccio è alimentato principalmente da paesi come il Messico, la Cina, diverse nazioni asiatiche, e in parte anche dall’Unione Europea.

Il Professore, evidenziando la mentalità da “uomo d’affari” di Trump più che da politico, rivela che il presidente americano ha deciso di adottare “le cattive” maniere dopo che nessun altro era riuscito a risolvere il problema con approcci più concilianti. E il successo, seppur parziale, è già evidente.

Ma la chiave di volta della strategia di Trump, secondo Rinaldi, è un “dazio occulto” di cui nessuno parla. Normalmente, per riequilibrare una bilancia dei pagamenti, si dovrebbe riallineare il rapporto di cambio, ovvero svalutare la valuta del paese in deficit. Tuttavia, il dollaro è rimasto sorprendentemente forte negli ultimi anni. Il colpo di genio di Trump, spiega Rinaldi, è stato quello di annunciare questa “campagna di dazi” dal 2 febbraio. Questo annuncio, pur non essendo un’azione diretta, ha avuto l’effetto di far svalutare il dollaro da 1,02-1,03 contro l’euro a 1,17-1,18. Questa svalutazione del dollaro agisce di fatto come un dazio del 15-16% sulle importazioni, senza che Trump abbia dovuto alzare un dito o imporre tariffe esplicite. La confusione creata ad arte da Trump serve proprio a mantenere questa svalutazione, ottenendo un vantaggio economico senza tariffe dirette.

Rinaldi si sofferma anche su alcune apparenti anomalie, come i dazi elevati imposti a Corea del Sud, Giappone (25%) e Sudafrica (30%). Nel caso del Sudafrica, il professore esprime indignazione per i 15 milioni di euro erogati dall’Unione Europea per sostenere la viticoltura sudafricana, mentre i produttori europei non ricevono sussidi.

Infine, il Professore evidenzia come l’Europa stia incontrando le maggiori difficoltà nel siglare un accordo con gli Stati Uniti. Le ragioni sono duplici: la frammentazione degli interessi tra i 27 paesi membri (con Francia e Germania che hanno interessi opposti a causa delle loro diverse posizioni commerciali) , e soprattutto, la stringente regolamentazione “green” dell’Unione Europea, che rende incompatibile qualsiasi accordo con gli Stati Uniti. Questa rigidità normativa europea sta costringendo persino Ursula von der Leyen a “piroette a 180°” sulla transizione energetica.

Ecco il video dell’intervista completa, Buona Visione!


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