Analisi e studi
Trump crepa la diga Dem-neocon: Quatar prossimo all’invasione da parte dell’Arabia. Che fine faranno i soldi dei Clinton?
Facciamola semplice: le guerre regionali devono essere sempre combattute dai partners locali e non dalle superpotenze, per evitare di apparire invasore. Dopo la visita di Trump in medio oriente dove è successa la stessa cosa che è capitata negli ultimi 60 anni (leggasi, gli USA hanno garantito piena copertura al Regno ma solo a fronte di un altrettanto pieno allineamento saudita) le consuguenze delle “richieste” fatte dagli americani oggi si materializzano. Ovvero, arabi ed emiratini al seguito interrompono tutte le relazioni (gettando le basi per un conflitto militare) e vanno alla radice del problema che ha causato il caos Siriano, il gasdotto da costruire sul terreno di Assad. Togli il problema – interessi quatarini e globali a vendere gas in Europa spiazzando i russi oltre che gli iraniani nel golfo – e dunque cancelli il problema del terrorismo. Si, perché la famiglia Al Thani è stata l’alleato locale dei clintoniani per destabilizzare (leggasi finanziare) il terrorismo. Tale famiglia è molto legata ai Clinton, si è addirittura favoleggiato di un trasferimento dei fondi della fondazione Clinton appena prima delle elezioni perse proprio in Quatar, presso la locale banca centrale. Bugie? Forse, certo è che Clinton e Al Thani sono stati sempre un tutt’uno ed oggi i giochi cambiano. Faccio presente che la cosa è grossa in quanto a gestire le danze è proprio il rappresentante del maggiore investitore in Quatar, ossia per interposta persona la Exxon dell’ex AD Tillerson oggi Segretario di Stato USA, spero messaggio ricevuto. Chiaramente tale mossa va di pari passo con l’eliminazione dell’alternativa al gas quatarino, ossia la pipeline iraniana; da qui la contemporanea fine della “pace” con Tehran, con grande soddisfazione israeliana (…)
Per inciso, anche Libya ed Egitto sono stati destabilizzati coi soldi quatarini, Gheddafi è stato eliminato con l’intervento dei soci dei Clinton sopra citati, per altro proprietari di Al Jazeera e mai teneri con il nuovo presidente USA, potrei dire sempre allineati alla post verità di CNN e soci. Ossia anche l’Italia ne ha subito certe conseguenze (…). Per inciso, il Qatar è anche titolare dell’azienda dove lavora il figlio di Platini, colui che col suo voto in FIFA fece assegnare i mondiali di calcio del 2022 all’emirato e che quasi in contropartita si comprò poi il PSG, squadra francese di football.
Le conseguenze del cambio di paradigma? Facile. Oltre a scommettere su un PSG in serie B a breve posso solo ricordare il grande Giovanni Falcone col suo “segui il denaro“. Bene, Trump ha davvero seguito il denaro e sta eliminando la radice dei problemi suoi, degli USA, del terrorismo internazionale e del confronto siriano: i soldi del Quatar. E così facendo, avendo convinto gli arabi ad agire, sta anche intaccando le basi economiche di coloro che gli fanno la guerra in casa, follow the money appunto.
E l’Europa? A parte che il fanatismo terroristico che vediamo in EU ha collegamenti stretti con l’entourage globale e globalista che ha destabilizzato mezzo mondo (…), quello che va detto è che si sta oggi rompendo la coalizione Dem-Clintoniana globale azzerando un addendo importante, il Qatar.
Gli altri membri (clintoniani, asse franco tedesco, elites globali e vari oligarchi stile Soros al seguito) mi attendo a breve provino prima a reagire e poi inizieranno a litigare, magari dopo un paio di colpi ben assestati da Jeff Sessions sul ventre molle di certi Dem troppo evidentemente contrari al comune senso del pudore (…). Faccio presente che Francia e Germania cercheranno certamente di rintuzzare l’attacco di Trump, geniale, con una forma di interventismo in medio oriente (le cui conseguenze saranno molto interessanti, conseguenze che deliberatamente non voglio commentare, …).
Vedremo. Certo è che aver convinto l’Arabia a girare le spalle ai quatarini è stato davvero un game changer di quelli che se ne vedono pochi nel corso di una vita e da cui il mondo avrà molto da guadagnare. Al netto delle inevitabili reazioni della coalizione colpita a morte, reazione che nel breve sarà molto temibile.
Continuo a dirlo: dati alla mano io non scommetterei su una sconfitta di Trump, da sud europei c’è anzi da sperare che abbia successo. Anche perché il 99,99% di chi mi legge ricaverebbe enormi danni da una sconfitta trumpiana, si tornerebbe ad una forma di colonialismo franco-tedesco in Europa in cui le colonie sarebbero questa volta i paesi eurodeboli. Alla faccia delle supposte verità (proaganda?) che raccontano i soliti media sussidiati, quelli arruolati nelle fila dei Dem-glabalisti elitari mondiali.
Fantomas
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