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Troppe avarie: le navi da supporto anfibio degli USA non sono affidabili e limitano la capacità dei Marines

Le navi da supporto anfibio della Marina USA hanno avuto tre gravi avarie nell’arco di alcuni mesi. Questo limita la capacità di intervento all’estero dei Marines, con gravi ricatute sulla politica americana all’estero

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Tre navi anfibie della marina USA hanno avuto gravi problemi ai motori nell’arco di pochi mesi, a indicare una situazione di fragilità, dovuta all’anzianità dei mezzi, che mette in dubbio le capacità operative dei Marines.

Vediamo l’utlimo caso:  il tenente comandante David Carter, portavoce della Naval Surface Force Atlantic, ha confermato che la USS Iwo Jima ha subito “un incidente materiale non legato alla propulsione nel reparto di ingegneria” che ha costretto la nave a tornare alla Naval Station Norfolk giovedì. Questa descrizione potrebbe comprendere qualsiasi cosa, da un problema con l’impianto idraulico della nave ai generatori di energia, fino alle apparecchiature per l’acqua potabile.

Carter ha confermato che la nave era in mare per condurre un addestramento per prepararla a un eventuale dispiegamento e il guasto arriva solo poche settimane dopo che il Corpo dei Marines ha iniziato a chiedere dispiegamenti più regolari delle sue unità di Marines che servono a bordo di navi come la Iwo Jima.

Un osservatore navale che si fa chiamare AirAssets online ha individuato per primo il problema quando ha notato, utilizzando siti web di tracciamento, diversi rimorchiatori che uscivano in acque aperte al largo di Virginia Beach per incontrare la nave. Diverse ore dopo, la Iwo Jima è stata avvistata mentre tornava a Norfolk.

Solo l’ultimo evento

Questo non è l’unico caso: a marzo, una serie di eventi molto simili si è verificata con la USS Wasp, la stessa classe di nave della Iwo Jima e nelle stesse acque al largo della Virginia. Lo stesso osservatore navale ha visto la Wasp avere dei problemi e rientrare bruscamente in porto. Il resoconto dell’osservatore ha riferito che la nave ha subito danni all’albero dell’elica.

Quando gli è stato chiesto dell’incidente di marzo, Carter ha detto che la nave ha “scoperto un’irregolarità ingegneristica” che l’ha costretta a rientrare in porto, senza confermare o smentire un problema all’albero. Alla fine la Wasp è stata dispiegata a giugno, ma l’ufficiale superiore della Marina, l’Ammiraglio Lisa Franchetti, ha suggerito ad aprile che questo potrebbe essere stato più tardi del previsto, dicendo ai giornalisti che il servizio stava “vedendo alcuni potenziali ritardi sulla Wasp”.


The amphibious assault ship USS Wasp (LHD 1) sails in the Philippine Sea Aug. 26, 2018 during a Passing Exercise (PASSEX)  (U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 3rd Class Taylor King)

Nel frattempo, la Boxer, che appartiene alla stessa classe della Wasp, ha risolto i problemi al timone  e  si è finalmente schierata a metà luglio, il tutto dopo un fermo di quasi due anni per lavori approfonditi costati 250 milioni di dollari.  Il ritardo ha significato che le altre due navi che trasportavano gran parte delle unità di spedizione dei Marines, o MEU, hanno dovuto trascorrere mesi nell’Oceano Pacifico senza i Marines, gli aerei e i veicoli che la Boxer avrebbe dovuto trasportare.

Problemi e ritardi che limitano la capacità operativa dei Marines

Questi ritardi e guasti sono destinati a riaccendere un punto di attrito tra la Marina e il Corpo dei Marines sulla capacità del servizio marittimo di trasportare in modo affidabile i Marines in mare, affinché possano adempiere al loro obbligo di essere una forza di risposta pronta.

L’anno scorso, l’allora Comandante del Corpo dei Marines, Gen. David Berger, ha espresso il proprio rammarico per non essere stato in grado di avere i Marines pronti a partire nel Mar Mediterraneo in occasione di due crisi: un enorme terremoto in Turchia e i disordini in Sudan.
“In posti come la Turchia o, nelle ultime due settimane, in Sudan, mi sento come se avessi deluso il comandante combattente”, ha detto Berger ai membri della Commissione Servizi Armati della Camera nell’aprile 2023.

Più recentemente, nel gennaio 2024, un generale a tre stelle del Corpo dei Marines ha affermato che non solo le navi anfibie della Marina non sono pronte a dispiegare i Marines in tutto il mondo in tempo, ma che il problema non ha una soluzione a breve termine.

L’incapacità di risolvere il problema degli attacchi houthi nel Mar Rosso è dovuto anche, se non soprattutto, all’incapacità del corpo dei Marines di svolgere operazioni di sbarco su larga scala, tali da poter prendere il controllo territoriale dell’are e prevenire il lancio di droni e missili.

La componente da sbarco della Marina ha ormai molti, troppi, anni sulle spalle e questo si fa sentire nelle sempre più frequenti rotture che limitano una capacità di intervento già limitata.


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