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Trattato del Quirinale: Le piccole bombe nascoste in un documento mediocre

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Bene bravi bis, viene firmato in gran pompa il trattato di Quirinale. Nuovi legami fra Italia e Francia, con un tono di generale sudditanza della prima rispetto alla seconda perché, parliamoci chiaro, i francesi non possono intendere un rapporto paritario con l’Italia. Non è nelle loro radici, e non lo è neppure in quello delle nostre classi dirigenti, sempre pronte a piegarsi ai desideri dello straniero. Del resto siamo il paese del “Franza o Spagna, purchè se magna”, dove il pasto è quello ricco di chi è al volante.

Comunque vediamo, nel mare di solita fuffa buonista che ormai impesta qualsiasi documento politico internazionale,  quali siano le maggiori minacce:

Articolo 1 comma 3.  Riconoscendo che il Mediterraneo è il loro ambiente comune, le Parti sviluppano sinergie e rafforzano il coordinamento su tutte le questioni che influiscono sulla sicurezza, sullo sviluppo socio-economico, sull’integrazione, sulla pace e sulla tutela dei diritti umani nella regione, ivi incluso il contrasto dello sfruttamento della migrazione irregolare. Esse promuovono un utilizzo giusto e sostenibile delle risorse energetiche. Esse s’impegnano altresì a favorire un approccio comune europeo nelle politiche con il Vicinato Meridionale e Orientale. Quindi la Francia ci consulterà sulla sue politiche sulla Libia, oppure è il contrario.

Articolo 2 commi 6 e 7

6. Le Parti s’impegnano a rafforzare il già proficuo scambio di personale militare, nonché le significative attività in atto nell’ambito della formazione e dell’addestramento nel settore della sicurezza e della difesa.
7. Le Parti s’impegnano a facilitare il transito e lo stazionamento delle forze armate dell’altra Parte sul proprio territorio. Dobbiamo far transitare le nostre truppe su territorio francese? Sarà più probabile il contrario. In caso di conflitto il diritto il transito ci attira direttamente dentro, senza nessuna valutazione politica, perchè appoggiamo una parte in causa.

 

Articolo 3 Politiche europee.

Si parla in generale di coordinare le politiche dei due paesio su vari temi, dove i nostri interessi potrebbe NON coincidere con quelli francesi, fra cui l’energia. Portiamo in evidenzadue punti:

4. Le Parti favoriscono le iniziative congiunte volte alla promozione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini al processo decisionale europeo, nonché azioni concertate per una maggiore democratizzazione delle istituzioni europee. Esse s’impegnano in questo senso a incoraggiare il dibattito intellettuale ’sull’Europa, ivi incluso tra le rispettive società civili.
5. Le Parti favoriscono, ove appropriato e nel quadro previsto dai Trattati dell’Unione Europea, un più esteso ricorso al sistema della maggioranza qualificata per l’assunzione di decisioni nel Consiglio. NON leggete partecipazione dei cittadini come referendum o democrazia diretta, am come partecipazione di gruppi di cittadini scelti per fingere un appoggio popolare alle decisioni delle élite. Non essendo possibile governare democraticamente la UE si crea una finta democrazia per legittimarla. Il punto 6, le decisioni non all’unanimità , ma a maggioranza qualificata, è un modo per zittire coloro che non si allineano e dovrebbero far tremare chiunque creda nel governo popolare.

Articolo 4 Politiche Migratorie. Come è scritto sarebbe tutto da rivedere. Non c’è nessun impegno italiano per il respingimento diretto, ma sembra scritto per facilitare il rimpatrio in Italia dei migranti passati in Francia.

Articolo 5 comma 5 5. È istituito un Forum di consultazione fra i Ministeri competenti per l’economia, le finanze e lo sviluppo economico. Esso si riunisce con cadenza annuale a livello dei Ministri competenti al fine di assicurare un dialogo permanente nell’ambito di due distinti segmenti: il primo sulle politiche macro-economiche; e il secondo sulle politiche industriali, sull’avvicinamento dei tessuti economici dei due Paesi, sul mercato interno europeo e sulle cooperazioni industriali che coinvolgono imprese dei due Paesi. Non bastando gli ordini da Bruxelles e da Berlino, li andiamo a chiedere anche a Parigi.

Articolo 6 Politiche sociali e ambientali

3. Le Parti si adoperano per l’integrazione della protezione del clima in tutte le politiche e valorizzano la mobilitazione giovanile in questo ambito, nonché quella dei soggetti privati, attraverso coalizioni multi-attori. Esse lavorano altresì congiuntamente per accelerare l’azione a favore dell’adattamento al cambiamento climatico.
4. Le Parti si adoperano per la de-carbonizzazione in tutti i settori appropriati, in particolare sviluppando le energie rinnovabili e promuovendo l’efficienza energetica. Traduzione in lingua volgare:

  1. più propaganda e più “Gretini”;
  2. i privati, cioè le multiutility francesi, si occuperanno di renderci “Verdi”, o “al verde”;
  3. Nucleare è verde, quindi avremo finalmente il nucleare franco italiano, cioè francese.

Articolo 7 Spazio

2. Al fine di migliorare le loro capacità di operare congiuntamente nello spazio, le Parti sviluppano e promuovono la cooperazione bilaterale a livello industriale, scientifico e tecnologico, in particolare nel quadro dell’Unione Europea e dell’Agenzia Spaziale Europea. Come già deciso si demolisce ASI a favore di ESA, con danno per le aziende italiane.

Articolo 7 Collaborazioni culturali. Traducibile con “Noi impareremo il francese, loro non impareranno l’italiano, inglese adieu”.

Un trattato mediocre, anzi non buono. Non aggiungo altro. Un accordo figlio di una sudditanza intellettuale che , ormai, sembra regnare a Roma.

 

 

 

 


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