Seguici su

Cultura

Torna “La Forza del Destino” alla Scala di Milano. Per i non superstiziosi

La prima alla Scala quest’anno vedrà la rappresentazione dell’Opera verdiana “La Forza del Destino”, che ha una fama un po’ oscura…

Pubblicato

il

La Stagione operistica del Teatro Alla Scala di Milano quest’anno sarà aperte da un’opera tipicamente italiana, anzi verdiana, “La Forza del Destino”

Si tratta di un’opera molto bella, un classico verdiano, di cui tutti, o quasi, hanno ascoltato almeno una volta l’overture, uno dei migliori brani del repertorio verdiano

Eppure quest’opera ha una pessima fama, quella di portare sfortuna. 

Una fama immeritata?

Nell’ambiente della musica classica l’opera è vista con un certo timore, come se fosse jettatrice, e questa è una fama pesantissima in un mondo superstizioso. Perfino il nome viene pronunciato nell’ambiente con reverenza, anzi spesso si preferisce parlare de “L’opera di San Pietroburgo”, dal luogo della prima rappresentazione nel 1862, o de “La ventiquattresima opera di Verdi” o de “La potenza del Fato”.

Perché questa nomea? Sarà il fatto che i protagonisti sembrano veramente condannati dal destino, che li manovra come marionette, causandone la morte, il tutto richiamato dal ritorno del leitmotiv, oppure che molti incidenti abbiano costellato le sue rappresentazioni sin dalla prima.

L’Opera doveva essere rappresentata a San Pietroburgo nel 1861, ma la prima fu rinviata di quasi un anno per una malattia della Soprano. Si racconta che il 1º settembre 1939, cioè il giorno d’inizio della Seconda guerra mondiale con
l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, in cartellone al teatro Wielki di Varsavia
ci fosse proprio La forza del destino, e che questa stessa opera forsse provata dall’Orchestra del Maggio Fiorentino quando avvenne il famoso e tragico terremoto del 2011.

Nel 1960 Leonard Warren, un noto baritono, morì per emorragia celebrale mentre cantava l’Opera al Metropolitan di New York.

Recentemente, durante le prove di una nuova produzione, diversi cantanti hanno sofferto di faringiti e altre malattie, costringendo a cancellare alcune esibizioni. Anche il Teatro Comunale di Bologna ha evitato di mettere in scena l’opera per quarant’anni, suggerendo una cautela legata alla sua reputazione.

Luciano Pavarotti non ha mai voluto cantare l’opera completa a teatro. Qualche malalingua ha affermato che le difficoltà tecniche fossero eccessive. In realtà Pavarotti non ebbe mai problemi nel cantarne degli estratti, come vi presentiamo qui sotto, e ne vece anche una registrazione completa in studio. Quindi tecnicamente non era un problema, ma neanche lui se la sentì di sfidare il fato.

Si vede che Alla Scala non temono il destino. Buon per loro.

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento