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The “Mother”: sono tutti figli del drago

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In un recente film fantascientifico e post-apocalittico – “I’m Mother”, del regista Grant Sputore – si narra la vicenda di una bambina nata in provetta, in un mondo spopolato, la quale viene svezzata, cresciuta, educata da un androide dalla voce femminile e melliflua che si fa chiamare “Mother”. Mother è buona, solerte, razionale, persino emotivamente equilibrata. Tralasciando il plot e il finale, una delle scoperte della bimba divenuta adulta è che, in realtà, Mother non è solo nell’androide, ma in ogni dove: in ciascun altro robot, in ogni singolo pezzo meccanico animato di quel mondo avveniristico.

Mother è la “sola” intelligenza artificiale animante tutti i pezzi della scacchiera. Mother, in altri termini, è un’unica matrice sotto mille spoglie diverse. Perché ci viene in mente ora? Perché il “colpo di scena” (tale solo per gli sprovveduti) di Draghi è la conferma di come siamo stati, negli ultimi trent’anni, vittime inconsapevoli di una “Mother”, di una Matrice. E non è tanto importante dare ad essa un volto quanto lo è, piuttosto, capire a cosa essa mirasse e cosa sia riuscita a realizzare.

La “Mother” politico-istituzionale – dal cui incantesimo fummo tutti stregati – è sempre stata ovunque, in ogni singolo “automa” del teatro, apparentemente spontaneo e genuino, della nostra politica. “Mother” era nella Forza Italia delle origini, nel Partito Democratico, nell’Ulivo e nel Polo delle Libertà, ovviamente nei 5 Stelle e nella Lega, e in ciascun altro movimento politico sia nel frattempo sorto per fare, beninteso, gli “interessi del Paese”. E tutte le energie spese da voi, da noi (da tutti) nell’impegno indiretto, o in un agonismo diretto (e sovente brutale) tra schieramenti avversi? Prodi contro Berlusconi, Azzurri contro Rossi, Centrodestra contro Centrosinistra, Polo contro Ulivo, Onesti contro Corrotti, Popolo contro Casta?

Tutto tempo buttato in una farsa in cui, mentre noi ci occupavamo di battaglie inessenziali, i nostri paladini politici recitavano infallibilmente il copione scritto da Mother, dalla Matrice. Un copione con poche, ma chiarissime, direttrici: 1) la spoliazione meticolosa e predatoria dei beni pubblici; 2) la riduzione al lumicino degli spazi di agibilità democratica; 3) lo sbriciolamento dei diritti sociali e del welfare, specie sanitario; 4) la distruzione del sistema bancario pubblico e la cessione della sovranità monetaria fuori confine;  5) la finanziarizzazione dell’economia a beneficio dei “Mercati” speculativi;  6) infine, e soprattutto, la destrutturazione, per via costituzionale, del Paese e la sua liquefazione in un contenitore “alieno” chiamato “LEUROPA”.

Ebbene, molti dei punti suaccennati li trovate scritti, messi nero su bianco, nel discorso di Draghi sul Britannia del 1992  e nella lettera di Draghi-Triochet al Governo Berlusconi del 2011. Tuttavia, oggi il processo è così “progredito” che le tappe finali del grande gioco possono svolgersi alla luce del sole.  Da un lato, tutti vogliono, anzi bramano Draghi, cioè “The Mother”: la quintessenza in formato umano – gradevole, amabile, premurosa –  della “agenda dei lavori” di cui sopra.  Dall’altro sono tutti disposti a lavorare “insieme” per un Governo di “salvezza nazionale”, financo a costo di inscenare i più osceni tra i connubi: tipo quello tra Zingaretti e Berlusconi o tra i 5 Stelle e il non plus ultra dell’establishment.

Ma badate bene: sono osceni solo per chi ingenuamente ha creduto, per trent’anni, di avere di fronte partiti inconciliabili. Non era vero. Erano, sono, tutti la stessa cosa, uno stesso gelatinoso blob posseduto dalla Matrice. Ed ora che la trama si avvicina alla fine, i registi escono allo scoperto. Draghi può diventare finalmente premier per salire poi al Quirinale e garantire, per un settennato, il sereno approdo dell’Italia alla meta cui era destino l’Italia approdasse. E i nostri rappresentanti plaudono beoti, anzi spingono quasi per saltare la fila. Con la benedizione della “Mother” da cui essi, nessuno escluso, dipendono, a cui essi, nessuno escluso, debbono obbedienza e che essi, nessuno escluso e nonostante tutto, amano.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com


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