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Terremoto Irlanda del Nord: “In cinque anni ci uniremo all’Irlanda”. La vittoria del Sinn Fein porta verso la secessione

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Le elezioni locali nel Regno Unito hanno portato ad una sconfitta generale per i Conservatori, dovuta allo scandalo Partygate, ma anche ad una vera e propria rivoluzione politica nell’Irlanda del Nord che rischia di porre fine al Regno Unito come lo conosciamo ora.

Il Sinn Fein, il partito nazionalista irlandese cattolico, si è assicurato ben il 29% dei voti è andato a questo partito, con una crescita rispetto al 2017 del 1,1%. Il Partito unionista democratico (DUP) è calato del 6,7%, voti passato in buona parte al TUP, il partito unionista tradizionale che rifiuta gli accordi del Venerdì Santo.

I laburisti SDLP calano, così come gli unionisti del UUP.

Forte dei propri seggi il Sinn Fein è partito alla carica parlando di un referendum per lasciare il Regno Unito e unirsi all’Irlanda entro cinque anni, ma di un processo di allontanamento da iniziare “Subito”.  Tecnicamente i tre partiti unionisti (DUP, UUP e TUP) godono ancora di una maggioranza relativa, ma non è certo che riescano a nominare il prossimo primo ministro.

L’unica, magra, consolazione per il leader DUP Donaldson è stata quella di poter dire “Ve lo avevo detto” . Alla fine, anche se con qualche punto percentuale di scarto, si è rispettata la previsione che voleva Unionisti e Nazionalisti, favorevoli al referendum per il passaggio con l’Irlanda, più o meno appaiati e circa al 40%. Un po’ più stupefacenti le suddivisioni dei voti fra le due ali più estreme dello schieramento. Con queste percentuali il referendum si fa sempre più probabile, riaccendendo una contesa che sembrava essersi assopita nella storia. Speriamo che almeno sua un processo pacifico.


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