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Terremoto ai vertici militari cinesi. Espulsi 9 generali, anche il Vice-Presidente della CMC. L’accusa? “Slealtà e perdita della purezza”.

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Sembra che le purghe (o epurazioni, se preferite un termine più classico) nell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) non conoscano sosta. La notizia di venerdì, che vede l’espulsione di nove generali di alto rango dal Partito Comunista (PCC), è di quelle che fanno rumore, specialmente perché tra i “purgati” c’è un nome pesantissimo: He Weidong, attuale vice-presidente della Commissione Militare Centrale (CMC) e membro del Politburo (i 24 che contano). La Commissione è un potere elevatissimo che controlla tutte le forze armate e le polizie paramilitari.

L’editoriale di sabato del PLA Daily, l’organo ufficiale dell’esercito, non usa mezzi termini. I nove generali sono accusati di aver “gravemente minato” il principio fondamentale della lealtà dell’esercito al Partito. Avrebbero inflitto un “duro colpo” all’unità delle forze armate e all’immagine stessa degli ufficiali superiori.

Ma la parte più, diciamo, “colorita” delle accuse è quella di essere “sleali” e di aver perso la “castità”. Sì, avete letto bene, “castità” (un termine che suona quasi ottocentesco in un contesto militare). Sono inoltre accusati di un “crollo totale delle loro convinzioni” di membri del Partito.

Un film già visto

Questa peculiare terminologia non è nuova. Era già stata utilizzata l’anno scorso per Wei Fenghe, l’ex ministro della Difesa, anch’egli espulso e messo sotto inchiesta. All’epoca, quella strana accusa fece speculare su possibili compromissioni con forze straniere, anche se il Partito, come sua abitudine, non ha mai fornito dettagli.

L’editoriale del PLA Daily insiste sul danno fatto al principio che “il Partito comanda il fucile” e alla responsabilità dell’esercito verso il presidente della CMC (ovvero Xi Jinping).

Come nota a margine, questa non è certo la prima né, temiamo, l’ultima epurazione nel settore militare cinese. È un film già visto, che evidenzia tensioni continue ai vertici, nonostante l’immagine monolitica proiettata all’esterno. Basta ricordare i precedenti recenti:

  • Ottobre 2023: Rimozione del ministro della Difesa, Li Shangfu, dopo mesi di misteriosa assenza.
  • Dicembre 2023: Espulsione di altri nove generali, molti dei quali legati al settore missilistico e degli armamenti (la Rocket Force).
  • Giugno 2024: Espulsione formale dal Partito del già citato ex ministro Wei Fenghe.

L’epurazione di He Weidong, data la sua posizione nel Politburo e alla vice-presidenza della CMC (la seconda carica militare del Paese), segna però un’escalation significativa. La ricerca della “lealtà assoluta” continua, e le poltrone ai vertici militari cinesi sembrano sempre più instabili.


 

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Ecco gli elementi aggiuntivi richiesti.

Weidong

1. Domande e Risposte (FAQ)

D1: Perché la Cina epura così spesso i suoi generali? R1: L’obiettivo primario di Xi Jinping è garantire la “lealtà assoluta” dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) al Partito Comunista (PCC) e a lui come Comandante in Capo. Queste epurazioni servono a due scopi: sradicare la corruzione, storicamente endemica nel PLA (specialmente negli appalti), e stroncare sul nascere qualsiasi forma di fazione o dissenso. È un consolidamento del potere che mira a eliminare ufficiali considerati politicamente inaffidabili o, peggio, compromessi da interessi economici o esteri.

D2: Cosa significa l’accusa di “perdita della castità” per un generale? R2: È un termine volutamente vago e moralistico usato dalla propaganda del PCC. Non si riferisce (o almeno, non solo) a scandali sessuali, quanto piuttosto alla perdita della “purezza ideologica”. Può indicare corruzione (avidità) o decadenza morale, ma nel contesto militare solleva il sospetto di tradimento o di essere stati “contaminati” da influenze straniere. È un modo per dire che hanno tradito la fiducia ideologica del Partito, una macchia morale che giustifica l’espulsione politica prima ancora di quella penale.

D3: L’espulsione di He Weidong è più grave delle precedenti? R3: Sì, potenzialmente è molto più grave. He Weidong non era un ministro (come Li Shangfu) o un ex ministro (come Wei Fenghe). Era un Vice-Presidente della Commissione Militare Centrale (CMC) e membro del Politburo. È uno dei massimi vertici della struttura di comando militare e politica cinese, di fatto la seconda carica militare dopo Xi. La sua caduta indica che l’epurazione (o la paranoia) sta raggiungendo i livelli più alti del potere decisionale, segnalando una sfiducia profonda che serpeggia fin nel cuore della leadership.

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