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Terremoto a Londra: si dimette la vicepremier Angela Rayner per uno scandalo fiscale
La numero due del governo Starmer, Angela Rayner, lascia ogni incarico per un’imposta non pagata su una seconda casa. Una difesa crollata sotto le smentite dei suoi legali apre la più grave crisi per l’esecutivo laburista.

Un vero e proprio sisma politico scuote il governo britannico. Angela Rayner, Vice Primo Ministro e figura di spicco del Partito Laburista, ha rassegnato le dimissioni in seguito a un’inchiesta del quotidiano The Telegraph sulle sue vicende fiscali. La sua uscita di scena non è solo una sconfitta personale, ma apre la più grave crisi per il governo di Sir Keir Starmer, costringendolo a un rimpasto immediato e indebolendo ulteriormente la sua leadership in un momento già delicato.
Lo scandalo fiscale che ha travolto la numero due del governo
Al centro della vicenda c’è il mancato pagamento di un’imposta di registro, la cosiddetta stamp duty, per un importo di circa 40.000 sterline (50.000 euro) sull’acquisto di un appartamento da 800.000 sterline a Hove, nell’East Sussex. La controversia è esplosa perché, in qualità di Segretario di Stato per l’Edilizia Abitativa, la Rayner era responsabile proprio delle politiche governative sulle seconde case. L’accusa è di non aver versato l’aliquota maggiorata prevista per chi acquista un secondo immobile, un errore che ha minato la sua credibilità. Aveva predicato per gli altri, ma agito evitando l’imposta.
Inizialmente, la Vicepremier si era difesa sostenendo di aver seguito la “consulenza legale ricevuta” al momento dell’acquisto. Una linea difensiva che, tuttavia, si è sgretolata rapidamente sotto il peso delle rivelazioni giornalistiche, trasformando un problema fiscale in uno scandalo politico di prima grandezza.
La difesa che crolla e la pressione delle rivelazioni
Il punto di svolta è arrivato quando lo studio legale che aveva seguito la compravendita, Verrico & Associates, ha pubblicamente smentito di aver fornito consulenza fiscale alla Rayner. In una dichiarazione al Telegraph, la direttrice Joanna Verrico ha affermato che il suo studio si sentiva trasformato in un “capro espiatorio”, precisando che la loro competenza si limita agli aspetti legali della compravendita e non a quelli tributari, per i quali consigliano sempre di rivolgersi a professionisti qualificati.
Questa smentita ha inferto un colpo mortale alla difesa della Rayner, lasciandola senza alibi. Messa alle strette, mercoledì scorso ha ammesso di aver commesso un “errore” e di non aver pagato l’intero importo dovuto. Ha quindi deciso di rimettere il suo caso a Sir Laurie Magnus, il consigliere indipendente per gli interessi dei ministri, che ha avviato un’indagine.
Le dimissioni e la crisi per il Primo Ministro Starmer
L’esito dell’indagine è stato inequivocabile. Pur riconoscendo l’integrità e la dedizione al servizio pubblico della Rayner, Sir Laurie Magnus ha concluso che la sua condotta non ha rispettato “i più alti standard di comportamento” previsti dal codice ministeriale. Di fronte a questo giudizio, per la Vicepremier non c’è stata altra scelta che dimettersi.
Nella sua lettera di dimissioni, ha espresso profondo rammarico per non aver cercato una consulenza fiscale specialistica e si è assunta la piena responsabilità dell’errore. Le sue dimissioni non riguardano solo la carica di Vice Primo Ministro, ma anche quella di Segretario di Stato e di vice-leader del Partito Laburista.
Per il Primo Ministro Keir Starmer, la perdita della sua vice rappresenta il punto più basso dei suoi 14 mesi di governo, arrivando peraltro solo una settimana dopo un importante tentativo di “reset” dell’azione governativa. La Rayner non era una ministra qualunque: eletta direttamente dai membri del partito, era una delle figure più influenti e rappresentative del nord dell’Inghilterra, in un governo spesso accusato di essere troppo centrato su Londra.
Ora Starmer è costretto a un difficile rimpasto per colmare un vuoto di potere significativo e a gestire le ripercussioni di uno scandalo che mina la fiducia nell’esecutivo. La crisi mette in luce le fragilità della sua leadership e arriva dopo altre dimissioni eccellenti, come quelle di Louise Haigh e Tulip Siddiq. La caduta della Rayner, però, ha un peso politico di gran lunga superiore e rischia di avere conseguenze durature sulla stabilità e la credibilità del governo laburista.

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