Spazio
Tempesta solare di Solstizio: vento a 750 km/s e aurore boreali “da manuale”
Tempesta Solare di Solstizio: vento a 750 km/s colpisce la Terra. Ecco cosa sta succedendo nell’atmosfera.

In un periodo in cui le turbolenze non mancano, sia sui mercati che nella geopolitica, anche la nostra stella decide di farsi sentire con una certa “vivacità”. Proprio in coincidenza con il Solstizio d’Inverno, la Terra è entrata in un flusso di vento solare ad alta velocità, un evento che ha regalato spettacoli geomagnetici degni di nota alle latitudini settentrionali, ma che merita un’analisi tecnica per comprenderne la dinamica.
Un flusso veloce da un buco coronale
Non si tratta di una semplice brezza spaziale. I dati rilevati il 22 dicembre indicano che il materiale gassoso espulso dal Sole sta viaggiando a una velocità superiore ai 750 km/s (circa 1,7 milioni di miglia orarie). La sorgente di questo flusso è un “buco” nell’atmosfera solare, una regione dove le linee del campo magnetico si aprono verso lo spazio interplanetario permettendo la fuga del plasma.
L’impatto con la magnetosfera terrestre ha innescato una tempesta geomagnetica di classe G1. Sebbene nella scala NOAA questa sia considerata una tempesta “minore”, la velocità del vento solare è un fattore cinetico rilevante che amplifica l’interazione con il nostro campo magnetico.
La dinamica del “BsubZ” e lo spettacolo in Finlandia
Per i non addetti ai lavori, potrebbe sembrare magia, ma c’è una precisa spiegazione fisica dietro l’intensità delle aurore registrate tra il 21 e il 22 dicembre. Il fenomeno si è verificato perché il campo magnetico della Terra si è connesso efficacemente con quello del Sole.
Nel gergo della meteorologia spaziale, si dice che il “BsubZ è inclinato verso sud”. Quando la componente Z del campo magnetico interplanetario punta a sud, opposta al campo magnetico terrestre che punta a nord, si verifica una “riconnessione magnetica”. È come avere la chiave giusta per una serratura: questa configurazione apre una breccia nella magnetosfera, permettendo al vento solare di penetrare senza ostacoli.
Ecco una sintesi dei dati rilevati:
- Velocità del vento solare: > 750 km/s.
- Classificazione Tempesta: G1 (Minore).
- Meccanismo: Riconnessione magnetica (BsubZ sud).
- Effetto visivo: Aurore diffuse e persistenti.
La notte più lunga dell’anno non è andata sprecata. In Finlandia, lo spettacolo è durato ore, scavallando dal 21 al 22 dicembre Lo spettacolo è stato veramente notvole, si potrebbe dire quasi unico.
Un promemoria dalla natura: mentre ci preoccupiamo dei flussi finanziari, esistono flussi di energia ben più potenti sopra le nostre teste.
Domande e risposte
Cosa significa che il vento solare viaggia a 750 km/s? Questa velocità è considerata molto elevata. Il vento solare “normale” viaggia solitamente tra i 300 e i 400 km/s. Una velocità di 750 km/s indica un flusso energetico notevole che, colpendo la magnetosfera terrestre, trasferisce una grande quantità di energia cinetica. Questo aumenta la probabilità e l’intensità delle tempeste geomagnetiche, anche se la densità del plasma non è eccezionalmente alta. È l’equivalente di una raffica di vento molto veloce che colpisce una finestra: la pressione esercitata è significativamente maggiore.
Che cos’è il parametro “BsubZ” e perché è importante? Il BsubZ si riferisce alla componente “Z” (verticale) del campo magnetico interplanetario (IMF) trasportato dal vento solare. Immaginate il campo magnetico terrestre come uno scudo che punta verso Nord. Se il BsubZ del vento solare punta verso Sud (valore negativo), i due campi si oppongono e si cancellano a vicenda nel punto di contatto. Questo fenomeno, chiamato riconnessione magnetica, apre letteralmente delle “porte” nel nostro scudo magnetico, permettendo all’energia solare di entrare nell’atmosfera e generare aurore boreali o tempeste geomagnetiche.
Una tempesta G1 è pericolosa per le tecnologie umane? Generalmente no. La scala NOAA va da G1 (Minore) a G5 (Estrema). Una tempesta G1 è un evento comune che si verifica circa 1700 volte per ciclo solare (11 anni). Gli effetti sono minimi: possibili leggere fluttuazioni nelle reti elettriche deboli, impatto trascurabile sulle operazioni satellitari e aurore visibili alle alte latitudini. Non comporta rischi per la salute umana a terra né blackout significativi delle comunicazioni, rappresentando più uno spettacolo naturale che una minaccia tecnologica.









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