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Tedeschi senza carta igienica? La crisi energetica manda in insolvenza Hackle, il maggior produttore

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Hakle, grande produttore di carta igienica con sede a Düsseldorf, ha dovuto richiedere una procedura di insolvenza in auto-amministrazione la scorsa settimana. Secondo l’azienda, il motivo è stato il “massiccio aumento dei costi per l’approvvigionamento di materiali ed energia” e l’aumento dei costi di trasporto. L’azienda ha lamentato di non essere stata in grado di trasferire sufficientemente queste spese ai suoi clienti nei settori della vendita al dettaglio di generi alimentari e degli articoli vari.

Dopo la richiesta di insolvenza del produttore di carta igienica tradizionale Hakle, l’industria cartaria avverte le conseguenze del drastico aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime per il settore. “L’intera industria cartaria è sottoposta a un’enorme pressione sui costi”, ha dichiarato Gregor Geiger, amministratore delegato dell’associazione industriale “Die Papierindustrie”. In questa situazione, ha affermato, è importante che i produttori di carta siano in grado di trasferire l’aumento dei costi al commercio. La situazione è particolarmente difficile per i produttori di carta igienica, ha dichiarato Geiger. Il motivo è da ricercare nei processi di essiccazione ad alta intensità di gas nella produzione di carta igienica o rotoli da cucina.

I produttori di carta tipo “Tissue” avevano già avvertito a marzo delle conseguenze dell’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità e di un possibile blocco delle forniture di gas russo. L’industria dipende dal gas per la produzione. A causa del massiccio aumento dei prezzi dell’energia, la situazione sta minacciando l’esistenza di alcune aziende, avevano avvertito all’epoca. Il loro grido d’allarme non è stato ascoltato, nello stesso tempo la crisi economica e il calo delle vendite al dettaglio rende molto problematico il trasferimento degli aumenti del costo a livello di dettaglio, cosa che, comunque, comporterebbe una ulteriore spinta inflazionistica. L’industria e l’economia tedesca si trovano in un vicolo cieco stagflazionistico, da cui non riescono a trovare una vera via d’uscita, se non promettendo qualche contributo a livello aziendale e privato. Cifre anche importanti, ma che non possono, in queste fase, comunque compensare la carenza di fonti energetiche. Alla domanda “Ma i tedeschi rimarranno senza carta igienica” possiamo rispondere probabilmente no, ma la pagheranno molto di più e, probabilmente, non sarà più prodotta in Germania, ma in Cina, India o in un altro paese del mondo che, probabilmente, non applica sanzioni energetiche a nessuno. La domanda dovrebbe essere: cosa resterà del sistema industriale europeo?

 


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