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Economia

Tavarez alla Camera vuole che gli Italiani gli paghino le auto

Tavarez prende in giro il Parlamento italiano: vuole sovvenzioni per far compreare le sue auto elettriche, troppo, ma non vuole puntare su tecnologie che non siano la BEV perché se no “Nonj potremmo esportare”; quando nessuno, e non i paesi nordici, compra auto BEV in quantità. Un’audizione vergognosa

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Carlos Tavares, il CEO di Stellantis, è tornato a far parlare di sé, e non in modo positivo. La sua recente audizione alla Camera dei Deputati ha lasciato l’amaro in bocca a molti, tra richieste di aiuti statali e una strategia aziendale che sembra non convincere più nessuno. Il manager portoghese, noto per il suo stile aggressivo e i tagli impietosi, si trova oggi a dover affrontare una crescente ondata di critiche, sia da parte della politica che del mercato.

“Aiutateci a vendere auto costose” pagandole con le tasse degli italiani

Tavares non ha usato mezzi termini: l’industria automobilistica è in crisi, i costi energetici sono alle stelle e la transizione verso l’elettrico è un salasso. Per questo, Stellantis ha bisogno di un aiuto concreto da parte del governo italiano. Ma attenzione, precisa Tavares, “i sussidi non sono per noi, ma per i cittadini, che così possono permettersi di comprare le nostre vetture”.

Una dichiarazione che suona un po’ come una beffa, visto che i prezzi delle auto Stellantis continuano a salire, rendendole sempre meno accessibili al grande pubblico. nessuno sforzo per produrre in Italia, nessuno sforzo per costruire auto più accessibili per il pubblico. Stato paga!

Anzi Tavarez prende in giro gli italiani: questi devono comprare auto elettriche perché “Così fanno anche gli altri paesi”, quando, in realtà l’elettrico diventerà obbligatorio, per ora, solo in California e UE, e in Cina la prevalenza dell’elettrico è stata generata solo da abbondanti sovvenzioni statali, e  comunque Stellantis non è presente in Cina. Evidentemente pensa che i deputati italiani siano tutti boccaloni, e forse ha ragione, ma non è bene mostrarlo in questo modo:

Insomma, Tavares sembra chiedere ai contribuenti italiani di finanziare l’acquisto di auto che, a causa delle scelte aziendali, sono diventate sempre più costose. Tra l’altro anche se il governo e il parlamento italiano decidessero, per assurdo, di sovvenzionare l’acquisto di auto non è detto che i cittadini sceglierebbero auto Stellantis, anche perché non si vede una società impegnata a investire in innovatività, ma solo un CEO che va in giro a battere cassa.

E qui sta il punto: Tavares non sembra intenzionato a mettere in discussione la sua strategia, basata su una transizione green forzata e su tagli indiscriminati che, a detta di molti, stanno mettendo a rischio il futuro dell’azienda. Nessuna autocritica, nessun ripensamento. Anzi, il manager portoghese rincara la dose, annunciando una nuova riorganizzazione del management, che sa tanto di ennesima manovra per consolidare il suo potere.

La Borsa non perdona: gli azionisti sono stanchi

Ma il mercato non sembra più credere alle promesse di Tavares. La Borsa ha reagito malamente all’audizione alla Camera, con il titolo Stellantis in caduta libera. La capitalizzazione dell’azienda è scesa a 35 miliardi di euro, un quindicesimo di Tesla, un segnale chiaro del malcontento degli investitori. Domani Elon Musk potrebbe comperarla con un gesto della mano, ma non si capisce perché dovrebbe farlo. Al limite, come pare stia già fecendo, si comprerebbe COMAU, il vero gioiello della corona, il fattore critico di successo del gruppo, che viene venduto per fare cassa. Questo indica la capacità strategica del managemente attuale.

Gli analisti finanziari sono unanimi: il CEO deve fare un passo indietro. La sua strategia non sta funzionando e l’azienda rischia di impantanarsi in una crisi senza fine. “Riteniamo che sia possibile che le cose debbano andare peggio, prima di poter migliorare”, commentano gli analisti di Banca Akros, fotografando un clima di sfiducia e preoccupazione.

Insomma, il futuro di Stellantis appare oggi più incerto che mai. Tavares, arroccato sulle sue posizioni, sembra non voler ascoltare i segnali di allarme che arrivano da più parti. Ma la pazienza degli azionisti ha un limite e la “cura Tavares”, a base di tagli e aumenti di prezzo, potrebbe presto rivelarsi un rimedio peggiore del male. Intanto il presidente Elkann gli regge ancora bordone, dimostrando di aver ereditato poco, oltre alle quote azionarie, dalla famiglia Agnelli.


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