Economia
Tanzania, al via la produzione di uranio con la russa Rosatom: l’Africa si lancia nel nucleare
La Tanzania inaugura il suo primo impianto per la produzione di “yellow cake” in collaborazione con la russa Rosatom. Un passo storico che proietta il paese e l’Africa nel mercato globale dell’uranio e del combustibile nucleare.

Anche l’Africa vuole muoversi verso l’energia nucleare anche con la produzione del combustibile per i reattori a fissione. La Tanzania ha inaugurato il primo impianto di produzione di “Yellow cake”, l’ossido di uranio base per la produzione del combustibile degli impianti nucleari civili. L’impianto pilota per il trattamento dell’uranio è stato commissionato dalla Mantra Tanzania Ltd, filiale di Rosatom, nell’ambito del progetto Mkuju River nella Tanzania meridionale, dove si trova una delle maggiori riserve mondiali d’uranio.
L’impianto, situato nel giacimento di Nyota, sarà utilizzato per testare le tecnologie di lavorazione dell’uranio e fornire informazioni utili per la progettazione del complesso di lavorazione principale, che avrà una capacità produttiva fino a 3.000 tonnellate di uranio all’anno. La sua costruzione dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2026, con la messa in funzione prevista per il 2029.
Alla cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’impianto pilota hanno partecipato funzionari governativi guidati da Samia Suluhu Hassan, presidente della Tanzania, che ha dichiarato: “Si tratta di un risultato storico per il nostro Paese. Per la prima volta, la Tanzania entra nella mappa mondiale dell’uranio con la capacità di fornire un minerale strategico essenziale per la produzione di energia sicura e sostenibile in tutto il mondo”.
Secondo il Ministero dei Minerali della Tanzania, “il progetto strategico è destinato a trasformare” il “panorama minerario ed energetico” del Paese, “aprendo nuove porte agli investimenti stranieri, alle soluzioni di energia pulita e ai progressi tecnologici di alto valore”.
Il governo detiene una quota del 20% “che dovrebbe fruttare 40 milioni di dollari all’anno in dividendi, destinati a progetti di sviluppo nazionale”, e saranno creati centinaia di posti di lavoro diretti e indiretti. Ha aggiunto che la Tanzania entrerà nella lista dei primi 10 paesi produttori di uranio.
Alexey Likhachev, direttore generale di Rosatom, ha affermato che la società sta contribuendo a sviluppare il “potenziale geologico unico” della Tanzania e che, “come con tutti i nostri partner, intendiamo costruire una cooperazione con la Repubblica sulla base dell’uguaglianza e della comprensione reciproca”. Allo stesso tempo, nelle sue attività, Rosatom è sempre guidata dai principi dello sviluppo sostenibile con il rispetto incondizionato di elevati standard ambientali e sociali. Saremo lieti di aiutare la Tanzania a compiere un passo importante verso l’integrazione nell’industria nucleare globale”.
Il sistema di protezione ambientale proposto per il progetto include il monitoraggio in tempo reale dell’ecosistema, sistemi di approvvigionamento idrico a circuito chiuso con riciclaggio dell’acqua e programmi di conservazione della biodiversità, ha affermato Rosatom.
L’impianto è indirettamente controllato da Rosatom che, quindi, mette le mani anche sulle abbondanti riserve di uranio del Continente. L’Africa è un vero e proprio eldorado per l’uranio. La Namibia è il paese africano con maggiori riserve d’uranio, seguito dal Sud Africa, Niger, Botswana e Tanzania.,
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login