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Suriname: finalmente ripartono i progetti di sfruttamento delle risorse petrolifere del paese

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Dopo molte scoperte petrolifere nelle acque al largo del Suriname a partire dal 2020, si credeva che l’impoverita ex colonia olandese, tra i paesi più poveri del Sud America, si sarebbe presto unita alla vicina Guyana per beneficiare di un boom petrolifero di proporzioni epiche. Entro il 2022, quelle speranze sono state deluse dalla decisione di TotalEnergies e APA Corporation di ritardare la tanto attesa decisione di investimento finale multimiliardario, o FID, per il Blocco 58 di ben  5600 kmq, dove erano state fatte ben 5 scoperte di giacimenti struttabili.

Ciò ha infranto le speranze di Paramaribo di rilanciare un’economia fragile, colpita da una grave crisi fiscale che si sta trasformando in dissenso civile. Dal gennaio 2023, ci sono stati segnali che il tanto atteso boom petrolifero nascente del Suriname  teraornato sulla buona strada, in particolare con il CEO di TotalEnergies Patrick Pouyanne che ha recentemente visitato il paese incline alla crisi per incontrare il presidente Chan Santokhi.

APA e il partner al 50% TotalEnergies hanno annunciato la loro prima scoperta nel Blocco 58 al largo del Suriname all’inizio del 2020, dopo che il pozzo Maka Central-1 ha colpito 240 piedi di petrolio e 164 piedi di petrolio leggero e condensato di gas. Quella scoperta è stata seguita da altre quattro scoperte nel Blocco 58, l’ultima delle quali è stata la scoperta di Krabdagu nel febbraio 2022.

 

Dal 2021, quando TotalEnergies è subentrata come operatore del Blocco 58, c’è stato un notevole successo con le perforazioni di valutazione in quelle scoperte, con l’identificazione di ulteriori giacimenti di petrolio. Infatti, già nel 2020, la banca d’investimento statunitense Morgan Stanley affermava che il Blocco 58 conteneva almeno 6,5 miliardi di barili di risorse petrolifere.

Questi sviluppi hanno suscitato un notevole ottimismo sul fatto che TotalEnergies avrebbe proceduto con un investimento già nel 2022, con il primo petrolio previsto già nel 2026, ma ciò non sarebbe avvenuto. Una discrepanza tra i dati sismici, i risultati della perforazione e le valutazioni dei giacimenti, nonché un elevato rapporto gas/petrolio, hanno suscitato la preoccupazione che lo sfruttamento del Blocco 58 potrebbe non essere così redditizio come inizialmente creduto

Dopo quegli eventi preoccupanti, sono emerse buone notizie per il Suriname con APA e TotalEnergies che hanno riportato una serie di trivellazioni valutative e test di flusso riusciti. Dall’analisi di questi risultati si stima che ci siano risorse petrolifere sfruttabili di circa 700 milioni di barili nelle scoperte di Sapakara e Krabdagu. In un evento alquanto sorprendente, il CEO di TotalEnergies, Patrick Pouyanne, ha visitato il Suriname all’inizio di questo mese, dove ha incontrato il presidente Santokhi e i dirigenti della compagnia petrolifera nazionale Staatsolie per discutere del futuro del Blocco 58. Al momento dell’annuncio dei suoi piani di viaggio, Pouyanne, secondo Reuters, avrebbe affermato che (TotalEnergies aveva identificato un giacimento petrolifero) “abbastanza grande da avviare un considerevole sviluppo in acque profonde”.

Il 13 settembre 2023, l‘APA ha annunciato che erano stati avviati gli studi di sviluppo per il Blocco 58 con 700 milioni di barili di risorse petrolifere recuperabili identificate nelle scoperte petrolifere di Sapakara e Krabdagu a circa 93 miglia al largo della costa del Suriname. L’APA ha dichiarato che sarà sufficiente a supportare le operazioni di una nave galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) con una capacità di 200.000 barili al giorno. La società ha segnalato che gli studi ingegneristici dettagliati inizieranno entro la fine del 2023 e che il FID sarà realizzato entro la fine del 2024 con la prima produzione prevista per il 2028.

Ciò vede finalmente il Suriname intraprendere il tanto atteso boom petrolifero, ravvivando le speranze che l’ex colonia olandese diventi un importante produttore regionale di petrolio. Inizialmente era stato previsto che il Suriname avrebbe pompato 650.000 barili di petrolio al giorno entro il 2030, ma con il FID posticipato al 2024, probabilmente ciò non avverrà almeno fino al 2032.

Ci sono anche scoperte al di fuori del Blocco 58 da prendere in considerazione, sebbene i lavori al momento non è andata oltre le attività esplorative. Questi includono la scoperta nel 2020 del pozzo esplorativo Sloanea-1 nel Blocco 52 al largo del Suriname da parte della compagnia petrolifera nazionale malese Petronas, che detiene una quota gestita al 50%, e al 50% del partner Exxon. C’è anche la scoperta Baja-1 nel Blocco 53 al largo del Suriname, adiacente al Blocco 58, da parte di APA, l’operatore che detiene il 45% di partecipazione, Petronas con il 30% e Cepsa che controlla il restante 25%.

Queste scoperte sono importantissime e non solo per il Suriname, paese che, essendo al di fuori dell’OPEC, potrebbe fornire risorse petrolifere non sottoposte al controllo del cartello e quindi necessarie in questo momento in cui OPEC riduce la produzione per mantenere i prezzi elevati.


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