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Superlega, la legge del più forte spiegata dal liberista Michele Boldrin

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Superlega di calcio europea

Superlega, il punto di vista dei politici, dei tifosi e dei liberisti. Ecco come un banale caso di scontro fra potere e ingordigia viene interpretato dalla società civile.

Il caso della Superlega europea di calcio, lanciato dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha infiammato l’opinione pubblica.
Perché se ne occupa un blog di economia?
Questa vicenda pare suggerirci molteplici spunti per condividere delle opinioni e per fare il punto sull’importanza degli argomenti di contorno nel dibattito pubblico.

Per comprendere che cosa sia la Superlega europea di calcio rimandiamo alla fonte più appropriata: Sky sport. Noi nel frattempo proseguiamo verso l’obiettivo di questo articolo.

Superlega di calcio tra ipocrisia, avidità e indifferenza verso i problemi reali dell’Italia

È così che ci siamo trovati di fronte alla consueta levata di scudi verso l’attacco a qualcosa di veramente importante per gli italiani. Per qualcosa di tanto vitale da non consentire indugi: un tema a caso tra i meno rilevanti sullo stato di salute dei loro portafogli, anche stavolta è stato il turno del calcio.

La versione della politica

I primi ad occuparsi del problema del secolo sono stati i politici.
Tutti, nessuno escluso, quelli che si sono pronunciati, hanno dato parere negativo alla Superlega di calcio europea.
Da sinistra a destra si sono improvvisamente scordati dell’europeismo sbandierato quando si è trattato di appoggiare il sedere su una delle poltrone del governo Draghi.

A parte essersi occupati dell’unica cosa che gli stava a cuore in questi giorni: non i nostri problemi, ma il calcio;  ora che ci hanno dimostrato di essere all’occorrenza TUTTI degli sporchi populisti nazionalisti, adesso che finalmente hanno trionfato i buoni sentimenti e la tradizione, a discapito del vile denaro e che è stato cacciato” l’invasor”, abbiamo sotto gli occhi la plastica ipocrisia anche dei più convinti europeisti e dei massimi fautori del libero mercato.

E se la Brexit avviene dalla Superlega, sono tutti pronti ad applaudire le squadre inglesi; un po’ meno quando si tratta di scelte popolari sul piano politico.

 

La versione degli italiani

Qui saremo sintetici.

Prima la rivolta contro DAZN per il flop di Cagliari – Inter, poi l’ammutinamento per l’affare Superlega.
Quando gli tocchi le cose davvero vitali laggènte è capace di ribaltarti il mondo.
Flop su DAZN, tifosi infuriati

Flop su DAZN, tifosi infuriati

La versione del liberista

Nel video che segue vedrete un professore di economia in grande forma. Sta per spiegarci il concetto di meritocrazia secondo il mercato.

È un concetto che i liberisti applicano praticamente a tutto; potevano esimersi dal farlo anche al calcio? Bene, l’occasione è ghiotta per fare capire la logica liberista a tutti coloro che faticano ad afferrarla e di questa imperdibile occasione ringraziamo Michele Boldrin.

Il bello è che non gli è nemmeno stato chiesto. Quindi è lui stesso che si sente in dovere di darci il punto di vista del fautore del libero mercato, ovvero di colui che vorrebbe spezzare le catene dei vincoli che, secondo la sua tesi, imbriglierebbero il potenziale dei migliori, di quelli più bravi e meritevoli.

Sia chiaro, economiaspiegatafacile.it non è affatto per l’asfissia della libera impresa. Qui però il punto è un altro.
Secondo Boldrin infatti lo stop da parte di UEFA ed altri organismi di controllo sul calcio, sarebbe uno schiaffo dei mediocri alla meritocrazia.

Ascoltiamolo:

 

Secondo Michele Boldrin l’idea della Superlega di calcio premia la MERITOCRAZIA di squadre (o meglio aziende) e giocatori (quindi aziende individuali) più forti che vogliono liberarsi del peso delle squadrette, che campano di luce riflessa, perché ciò gli consentirebbe di guadagnare invece che mantenere il carrozzone corrotto dell’UEFA, della FIGC (e qui ha ragione).
In ragione di infantile nazional-populismo laggènte dichiara di essere proprietaria del calcio quando invece il calcio appartiene a società con fini di lucro private (benedette dai tifosi perché così gli hanno creato e dato in pasto i Maradona, i Messi, i Ronaldo, ecc, – ndr) e qui gli diamo ragione di nuovo.

Se non ti occupi di economia, l'economia si occupa di te - Mario Draghi

 

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Insomma, Boldrin ci ripete la solita filippica sulla libertà di impresa contro i monopoli, anche stavolta prendendo una cantonata (ma và?).
Scusi, sior Boldrin, ma da quando le imprese indebitate fino al collo e oltre, alla faccia di quelle che sono obbligate a far stare in piedi il bilancio, sono le più brave?
Perché barano?
Perché se l’azienda Juventus, ingaggia giocatori che non può permettersi e SUL CAMPO dimostra di non arrivare neanche a metà del torneo che dice stargli troppo stretto, deve essere considerata meritevole visto che si dimostra un’azienda INEFFICIENTE, mentre l’Atalanta è super efficiente?
Così, per sapere.
Lo stesso si potrebbe dire di Barcellona, Real Madrid, Manchester City… che però a differenza della Juve barano per mettere in campo squadre competitive.

La meritocrazia secondo il capitale

La Juventus, rispetto all’Atalanta (solo per fare un binomio a caso) ha nell’ordine:
  1.  una dirigenza mediocre;
  2.  una squadra mediocre;
  3.  un allenatore mediocre;
  4.  una capacità di programmazione mediocre;
  5.  un bilancio disastroso dovuto alle quattro condizioni precedenti. Mi sfugge dove stia il merito in tutto questo.

Ce lo spiega Sior Boldrin?


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