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Superbonus 110% – La moneta invisibile

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Testo scritto da Carlo Freccero e letto da Claudio Testa nel Convegno al Senato tenuto l’8 settembre 2022 dal titolo “Oltre il Superbonus per una economia del benessere”.

SUPERBONUS 110%  – La moneta invisibile

Ci sono problemi fondamentali che ignoriamo perché sono tenuti accuratamente fuori da discorsi correnti e dal dibattito mainstream sui giornali ed in televisione. Non fanno parte dell’agenda dei media. Quando ci troviamo di fronte ad un problema che non è al centro della scena, tendiamo inconsciamente ad ignorarlo. Il motivo è chiaro: quel tema ufficialmente non esiste. E l’agenda dei media non è ‘naturale’ non è innocente, ma è sempre frutto di manipolazione.

Oggi vorrei parlare di un argomento che non gode di buona stampa perché il suo significato reale viene regolarmente travisato. Mi riferisco al bonus 110%, apparentemente solo un provvedimento per rilanciare l’economia attraverso l’edilizia, ma di cui nessuno ha sottolineato il significato reale: creare moneta, a credito per spezzare il circolo vizioso della moneta a debito che è destinato sempre e solo all’impoverimento dello Stato e dei cittadini. Un’altra cosa che la gente ignora è che l’inventore del Bonus 110 non è né un politico, né il rappresentante di qualche lobby, ma un gruppo di teorici della moneta, facenti capo all’associazione Moneta Positiva, di cui Fabio Conditi è il Presidente. In questa terribile crisi economica l’associazione MONETA POSITIVA ha dato un contributo decisivo al conseguimento di due importanti obiettivi. Con il DL. 142/2019 ha ottenuto la creazione di una banca pubblica , attraverso il Medio Credito Centrale. Con il DL 34/2020 l’istituzione del Superbonus 111/0% con il quale , per la prima volta , i crediti fiscali diventano cedibili a tutti , dando luogo, di fatto, all’emissione di moneta circolante senza creazione di debito.

Se il Superbonus 110 fosse stato implementato, anziché affossato da Draghi, avrebbe rappresentato un grosso strumento di indipendenza nei confronti dell’euro e delle regole europee, di cui Draghi è custode. Di fatto è stato un successo economico. Tuttavia siamo così condizionati dal mainstream che, in un momento di decrescita e crisi economica, non sappiamo immaginare altro, per superare l’emergenza liquidità, che ad un prestito europeo, in vista del quale i  politici si stanno scannando e si combattono come cani intorno ad un osso.

Un lungo condizionamento ci ha abituati a pensare alla disponibilità di moneta solo in chiave di indebitamento. Ci hanno inculcato una serie di falsi miti. Lo Stato non deve avere sovranità monetaria perché, se potesse stampare moneta a piacimento , creerebbe inflazione. Lo Stato è una famiglia e, come tale, non deve vivere al di sopra delle sue possibilità. Lo Stato deve restituire il debito pubblico e tutti noi cittadini dovremmo accettare l’austerità che ne consegue per la restituzione del debito. Da ciò deriva la domanda che tutti si pongono: come possiamo onorare il debito? Le domande che dovremmo farci sono invece diverse e, se approfondissimo l’argomento, scopriremmo una verità capovolta: la moneta a debito è necessariamente fonte di impoverimento. Al contrario se lo Stato emettesse direttamente moneta,  non ci sarebbero né scarsità né debito pubblico. Nel contesto attuale poi, all’occultamento di questa verità strutturale, si unisce il diktat del Grande Reset di Davos che, sulla base di un’agenda verde che non ha nulla di scientifico, ma molto di ideologico, vuole procedere ad un nuovo inizio. Questo Reset presuppone però l’azzeramento dell’economia esistente a partire dalla distruzione delle piccole e medie imprese, sia agricole che industriali, per renderci completamente dipendenti dalle multinazionali. È un disegno contro di noi che ci è stato inculcato come un percorso virtuoso, tanto che la maggioranza di noi chiede più ecologia, più digitalizzazione, più vigilanza sanitaria e , quindi, più biopolitica. Se quello che vogliamo è la decrescita, una misura espansiva come il Superbonus non può non essere preso di mira.

Su questi temi la finestra di Overton è andata tanto avanti che oggi non sarebbe possibile cancellarli dal dibattito politico. Il risultato è che i partiti che ancora sopravvivono, possono farlo perché, di fatto, abbracciano l’ideologia della classe dominante, ritagliandosi solo piccoli spazi di differenza, per rendersi riconoscibili in sede elettorale. Da parte sua l’opposizione ai partiti di governo ha trovato un motivo di dissenso nella guerra, che la finestra di Overton non è riuscita in breve tempo a sdoganare del tutto, dato che lo scenario bellico ha fatto irruzione dopo due anni di condizionamento dedicati integralmente al condizionamento sanitario. Ma l’opposizione alla guerra non basta. Anche la guerra è un tassello del processo di distruzione economica in atto. Oggi fare veramente politica potrebbe significare invece discutere i problemi fondamentali: moneta, ecologia, digitalizzazione per capovolgerne totalmente il significato, come faceva il pensiero critico novecentesco con i problemi di allora.

Nel contesto attuale la parola ‘Politica’ ha però un significato negativo e viene vista come lo strumento di una casta di politici di professione per appropriarsi delle risorse pubbliche. Non ci deve quindi meravigliare che, in questo contesto, il vero significato del Superbonus non sia stato compreso. Il bonus 110 ci è stato presentato in diversi modi. In senso positivo come un espediente per rilanciare l’economia reale tramite l’edilizia. In senso negativo come l’ennesimo favore ai ricchi che, disponendo di liquidità, possono anticipare le spese, traendone poi grandi profitti. In senso denigratorio come l’ennesima occasione di arricchimento per i soliti noti. Ma, che mi risulti, nessuno, almeno nella stampa mainstream, ne ha sottolineato la funzione di moneta di fatto scambiabile e circolante.

La moneta è un argomento tabù, ma mentre il popolo lo ignora, le élite ne sono ben consapevoli. Non a caso il governo Draghi è andato diritto al problema per azzoppare il Superbonus, senza apparentemente penalizzarlo. Perché un credito diventi moneta di fatto è necessaria la sua circolazione. Draghi ha lasciato formalmente in vita il bonus, limitandone fortemente la cessione e cioè la circolazione. La giustificazione é la solita: il provvedimento si presta a truffe, tutti speculano, bisogna moralizzare il sistema, basta coi favori alla casta. Il popolo, abituato a ragionare in termini di scarsità e debito, si è sentito automaticamente impoverito dai soliti speculatori ed ha partecipato al coro negativo.

Stranamente però il bonus, che si diceva a favore di pochi ed a danno delle casse della Stato, ha avuto esiti economici estremamente positivi per lo Stato stesso, a riprova del fatto che dalla crisi attuale si può uscire soltanto ribaltando le false teorie finanziarie basate sull’ austerità e sul debito. I risultati sono pubblici.

Cito i dati di uno studio sul Superbonus di Nomisma, fondato da Romano Prodi, che non può essere  accusato di simpatie antisistema:

– il Superbonus ha comportato un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni per un totale di 634mila occupati;

– i 38,7 miliardi di euro del Superbonus hanno generato un valore economico di 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del PIL, con un moltiplicatore economico pari a 3;

Lo Stato, quindi, ci guadagna perché l’aumento del gettito fiscale prodotto dalla crescita economica è decisamente superiore alle detrazioni fiscali concesse.

Davvero vogliamo rinunciare ad una misura che ha prodotto solo benefici per il paese ?

Spero proprio di no.

Carlo Freccero


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