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Economia

Stellantis dichiara guerra alle altre case automobilistiche europee e vuole subito le norme più severe sul CO2. Perché?

L’ottica di Tavarez, CEO della Stellantis, è che se i concorrenti hanno accettato norme assurde sul CO2 da parte della Commissione, è troppo tardi cercare di ribellarsi ora. Però anche Stellantis soffre per il flop dell’elettrico europeo

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La lobby automobilistica ACEA (che comprende Volkswagen e Renault) chiede all’Unione Europea di attivare una rara procedura d’emergenza per rinviare di due anni l’applicazione delle sue norme più severe sulle emissioni di CO2, previste per il 2025, ma, in un discorso  tenuto domenica al Concorso d’Eleganza di Chantilly, il capo di Stellantis si è opposto con forza a questa mossa in nome della concorrenza. latribune.fr 15 settembre 2024,

Concorso di bellezza di Chantilly (dal sito dell’organizzazione)

Sarebbe surreale cambiare ora le regole” sulle emissioni di CO2 in Europa, come chiedono alcune case automobilistiche, ha dichiarato domenica Carlos Tavares, capo di Stellantis. Secondo un documento informale pubblicato dalla stampa, la lobby automobilistica ACEA (che comprende Volkswagen e Renault, ma non più Stellantis) chiede all’Unione Europea di attivare una rara procedura d’emergenza per rinviare di due anni l’applicazione, prevista per il 2025, delle sue norme più severe sulle emissioni di CO2. Tali norme impongono alle aziende di vendere più modelli elettrici o di incorrere in pesanti multe.

Ma il mercato delle auto elettriche in Europa non è cresciuto come previsto negli ultimi mesi, soprattutto a causa dell’abolizione dei sussidi all’acquisto in Germania e perché i consumatori non vogliono auto elettriche. Per Stellantis, il secondo gruppo europeo, questo non cambia nulla: “dal punto di vista della concorrenza tanto cara all’Unione Europea, sarebbe surreale cambiare le regole ora”, ha dichiarato domenica Tavares in un’intervista all’AFP.

Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi, e quindi ora stiamo gareggiando“, ha detto l’amministratore delegato di Stellantis dal Concorso d’Eleganza di Chantilly (Oise). Q× Carlos Tavares si oppone da tempo all’introduzione di regole troppo restrittive per l’industria automobilistica in termini di emissioni di CO2. Da anni sostiene che le auto elettriche non si venderanno se rimarranno troppo costose.

Il dogmatismo (dei decisori europei) è crollato contro il muro della realtà“, ha spiegato. “Siamo in un sistema in cui il regolatore vuole che i consumatori comprino queste auto, e il consumatore dice no grazie, non a quel prezzo (…)“.

Ma ora abbiamo le auto, ci siamo organizzati per fare le vendite necessarie, stiamo col fiato sul collo di Tesla. E ci dicono che ci saranno dei disastri. Ma avremmo dovuto pensarci prima, no?

L’ottica di Stellantis e di Tavarez è quella del “Tanto peggio, tanto meglio”. Quando i consumatori si troveranno ad avere a che fare con auto, anche a combustione interna, molto più care a causa delle sanzioni imposte per la mancata vendita delle auto elettriche, allora si ribelleranno. renault e VW, cioè ACEA, dovevano pensarci prima e opporsi alle normative sulle auto. Invece, all’epoca, applaudirono il gretinismo più stolto.

Stellantis, che ha registrato risultati inferiori nella prima metà dell’anno, insiste sul fatto che è pronta per ogni eventualità, con un rafforzamento della gamma elettrica in corso e una gamma di 30 modelli ibridi con i suoi 15 marchi entro la fine del 2024.

Inoltre, il Gruppo “ha preso la decisione etica di non acquistare crediti” (che consentono ai produttori più inquinanti di stringere alleanze con quelli meno inquinanti, come Tesla), “perché crediamo di dover dare un contributo reale alla riduzione delle emissioni“, ha dichiarato.

Però anche Tavarez, dall’alto dei suoi 34 milioni all’anno di remunerazione deve comunque rispondere a qualcuno, nello specifico agli azionisti, e se questi vedreanno troppe perdite e pochi utili potrebbero seccarsi anche della sua rigidità e pensare che è tempo di cambiare strategia ed essere un po’ più pratici e un po’ meno moralisti.


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