Stellantis: bravo Tavares, guadagni 1200 volte lo stipendo di un lavoratore italiano medio

Il colossale pacchetto retributivo di Carlos Tavares (36,5 milioni di euro) è stato approvato dagli azionisti di Stellantis martedì 16 aprile, nonostante le aspre critiche che ha suscitato in molti azionisti. Secondo i calcoli della rivista francese “Marianne“, l’aumento ricevuto dal capo è infatti sproporzionato rispetto a quello ricevuto dai dipendenti negli ultimi anni.

Tavares è il classico esempio di manager moderno che si arricchisce mentre i dipendenti languono.

Gli azionisti di Stellantis hanno detto “sì”. Riuniti in occasione dell’Assemblea Generale Annuale di martedì 16 aprile, hanno approvato un aumento molto sostanziale della retribuzione di Carlos Tavares, l’Amministratore Delegato della casa automobilistica che comprende Peugeot e Citroën. In ogni caso, il loro parere era solo consultivo. P

er l’anno 2023, il capo di Stellantis potrebbe quindi guadagnare ben 36,5 milioni di euro, secondo la relazione finanziaria annuale dell’azienda. È l’equivalente di 878 anni di stipendio medio in Francia, 1200 anni in Italia. Vale veramente 870 dipendenti francesi e 1200 italiani? Per quanto ormai i lavoratori non contino più nulla in Stellantis.

Tavarez ritiene di essere da solo l’autore del successo, si fa per dire, di Stellantis? solo lui lavora in azienda? Non esistono quadri intermedi? Possibile che un singolo uomo abbia queste così grandi pretese?

Come accade ormai da diversi anni, l’entità di questa retribuzione è stata oggetto di aspre critiche, in particolare da parte dei sindacati. Due anni fa, lo stesso Emmanuel Macron aveva espresso la sua costernazione, descrivendo la remunerazione “astronomica” di Carlos Tavares come “scioccante ed eccessiva”. Va ricordato che se il Presidente della Repubblica è giustificato a interferire, è perché lo Stato francese è azionista di Stellantis attraverso Bpifrance. Evidentemente però quest’anno lo stipendio di Tavarez va bene sia a Macron sia a Elkann

Il capo del colosso automobilistico si difende sottolineando che la sua retribuzione viene stabilita principalmente in base ai risultati finanziari dell’azienda. Questi risultati sono effettivamente eccellenti. L’anno scorso, l’azienda ha registrato un utile record di 18,6 miliardi di euro, ma dipendono solo da lui? Tutti gli altri dipendenti non contano nulla? e sono stati presi sulla base di decisioni di lungo termine o solo per massimizzare l’utile attuale?

Ognuno avrà la propria opinione. Ma per fare luce sulla questione, Marianne ha analizzato i documenti finanziari pubblicati dall’azienda (disponibili qui e qui). Così facendo nota che l’aumento della retribuzione di Carlos Tavares era sproporzionato rispetto a quello dei dipendenti.

Per fare il nostro calcolo, siamo partiti dal 2015, il primo anno completo in cui il capo portoghese è stato alla guida di PSA (Citroën e Peugeot). Abbiamo confrontato l’aumento della sua retribuzione con l’aumento dei costi del personale per dipendente, tenendo conto dell’inflazione*.

I risultati sono molto chiari: la retribuzione di Carlos Tavares è aumentata undici volte più velocemente di quella dei dipendenti. Mentre i costi del personale pro capite, adeguati all’inflazione, sono aumentati in media del 2% all’anno, la retribuzione del capo di Stellantis è aumentata del 23% ogni anno.

I profitti del colosso automobilistico sono quindi mal distribuiti. E l’azienda fa molta fatica a giustificarsi. Per cercare di uscirne, il gruppo ritiene che la retribuzione del suo capo debba essere confrontata con quella di multinazionali come Boeing negli Stati Uniti (Dave Calhoun, 31 milioni di euro per il 2023).

Ma questa sembra una cattiva idea. Mentre i loro stipendi sono paragonabili sulla carta (entro i 5,5 milioni di euro), Boeing sembra essere un’azienda meno diseguale. Il rapporto tra la retribuzione media dei dipendenti Boeing e quella del loro capo è di 154, secondo il sito web della Federazione Americana del Lavoro. Questo è già un dato colossale. Ma Carlos Tavares è fuori scala, guadagnando 518 volte di più rispetto al dipendente medio, secondo il rapporto finanziario della sua azienda.