Economia
Spread Btp- Bund sotto i 90 punti non accadeva dal 2010

Continuano le buone notizie sul fronte spread Btp Bund. La discesa del differenziale del decennale italiano con quello tedesco che registra un significativo calo, scendendo sotto la soglia dei 90 punti base, arrivando a toccare la soglia degli 88 punti base, per poi risalite leggermente sopra i 90 punti. Un livello così basso non si vedeva dall’aprile del 2010, segnando un momento di fiducia per il debito sovrano italiano. Il differenziale tra il titolo di Stato italiano a dieci anni e l’omologo tedesco ha aperto la giornata a 89,9 punti base, in netta diminuzione rispetto ai 91 punti registrati alla chiusura della vigilia. Il rendimento del decennale italiano scende al 3,44% dal 3,47 per cento.
Ma la cosa più rassicurante è quella che se in passato il restringimento del differenziale era soprattutto dovuto al rialzo dei titoli tedeschi, in questo si tratta di una discesa dei rendimenti dei titoli italiani, rispetto per esempio anche a quelli francesi. Segnale tangibile che il sentiment degli investitori internazionali sui titoli italiani è positivo. Per la prima da decenni, insomma i titoli del debito pubblico italiani sono percepiti piu sicuri di molti altri titoli di stato europei. E la cosa va avanti da mesi, considerato il grande successo delle u,time aste di titoli effettuate dal ministero dell’economia.
D’altra parte per il nostro debito pubblico, negli ultimi mesi, sono arrivate promozioni in serie da parte di tutte le agenzie di rating e di molte banche d’affari. E proprio un banca d’affari, la Barclays di Londra, si è spinta a prevedere che lo spread possa addirittura arrivare a 70 punti base, un livello che non si vedeva dal 2008.
Secondo gli analisti della Banca di affari prodigi di elogi per la politica fiscale ed economica del governo, L’Italia, consapevole del suo elevato debito pubblico, sta mostrandosi prudente circa l’aumento della spesa militare. Sa di non potersi permettere ulteriore disavanzi. Il mercato prende nota e la premia, chiedendo rendimenti relativamente più bassi per comprare i suoi titoli di stato. E ciò si sta traducendo in un calo dello spread italiano.
Nell’ultimo anno, il BTp a 10 anni è passato dall’offrire +0,50% sull’Oat francese a +0,32% e da +0,56% sul Bonos spagnolo a +0,39%. Nel frattempo, le distanze con la Germania si sono ridotte da oltre 130 ai 98 punti di queste ore. Questo evidenzia che ad allargarsi è stato lo spread francese, mentre lo spread spagnolo si è ristretto sotto i livelli del primo. Non è impossibile immaginare un azzeramento dello spread italiano con la Francia nel medio termine. Segno di ritrovata fiducia nell’Italia, ma anche del suo deterioramento verso Parigi.
Il titolo del report, “Una nuova era per i Btp italiani”, evocando la celebre frase di Roosevelt, riassume bene la visione: oggi ciò che può frenare i Btp non sono i fondamentali, ma il timore (forse ingiustificato) che la storia si ripeta. Il riferimento è al trauma del 2011-2012 e agli shock politici del 2018 e 2022, eventi che però, secondo Barclays, hanno oggi meno potere di condizionare il mercato.
Lo spread si sta restringendo per il terzo anno consecutivo e ora si trova ai livelli più stretti dell’ultimo decennio. Inoltre, sebbene il tema della compressione degli spread sia emerso di recente in molti mercati dei titoli di Stato dell’area euro, l’Italia ha sovraperformato la maggior parte dei suoi omologhi nel 2023, nel 2024 e lo stesso sta facendo quest’anno.
La politica fiscale del governo Meloni ha sorpreso in positivo. Il ritorno a un avanzo primario, unitamente al fatto che il rendimento medio del debito emesso è sceso sotto la cedola media in essere, sta migliorando la sostenibilità del debito. E anche il rischio politico percepito sembra in calo: oggi l’eventuale alternativa politica al governo di destra è il Partito Democratico, visto come forza più prevedibile dai mercati. Per contrasto, la volatilità politica in Germania e Francia appare oggi più minacciosa.
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