Analisi e studi
Spagna, l’ombra del 2007: prezzi delle case più alti della bolla. Ma gli esperti negano la crisi
Cinque regioni, tra cui Madrid e le Baleari, hanno superato i picchi storici del boom immobiliare. L’accessibilità è a un punto critico, ma le cause sono diverse: non è speculazione, ma una drammatica carenza di offerta.

La Spagna si trova di fronte a un paradosso che scuote il mercato e le famiglie: i prezzi delle case hanno superato i livelli vertiginosi del 2007, l’anno che ha preceduto il catastrofico crollo della bolla immobiliare. Eppure, un coro di esperti si affretta a rassicurare: “questa non è una nuova bolla”. Ma allora, cos’è?
L’allarme arriva dai dati impietosi dell’indice immobiliare di Fotocasa. Entro luglio 2025, ben cinque comunità autonome — Andalusia, Isole Baleari, Isole Canarie, Comunità Valenciana e Madrid — vedranno i prezzi delle case di seconda mano frantumare i record stabiliti durante il boom di quasi vent’anni fa.
“A livello nazionale, il prezzo delle case di seconda mano in Spagna è a meno del 10% dal raggiungere i massimi storici,” spiega María Matos, direttrice della ricerca e portavoce di Fotocasa. Ma il vero dramma si consuma a livello locale. “Diverse regioni hanno già superato i prezzi del 2007, il che significa che i loro cittadini non hanno mai dovuto affrontare un costo così alto per l’abitazione,” sottolinea Matos.
“L’accessibilità economica è a rischio,” avverte l’esperta. “Il fardello sui salari che gli acquirenti devono sostenere è ai massimi di sempre. Finché l’offerta non aumenterà, la pressione sui prezzi persisterà. Se il ritmo di crescita continuerà, è probabile che l’anno prossimo tutta la Spagna raggiunga prezzi record.” Anche perché i salari reali in Spagna sono inferiori a quelli del 2007:
La corsa dei prezzi: un’analisi regionale
La situazione varia drasticamente, con alcune aree turistiche e metropolitane che vivono un’escalation senza precedenti.
- Isole Baleari: Il caso più eclatante. Qui il picco del 2007 è stato superato da oltre due anni. A luglio 2025, il prezzo medio sarà superiore dell’84% rispetto al massimo della bolla. Acquistare una casa standard che nel 2007 costava 221.000 euro, oggi ne costa quasi 400.000.
- Isole Canarie: Anche qui i record sono stati superati da tempo. I prezzi sono attualmente più alti del 47% rispetto al boom. Una casa media da 172.000 euro nel 2007 oggi supera i 252.000 euro.
- Comunità di Madrid: La capitale supera del 22% il picco del 2007. Il costo medio di un’abitazione è passato da 317.000 euro a 388.000 euro.
- Andalusia: Ha recentemente superato il record di aprile 2007, con un aumento del 4%.
- Comunità Valenciana: Ha appena superato il picco del 2007 dello 0,2%, una soglia psicologica che segna un nuovo massimo storico.
Allora, perché non si parla di bolla immobiliare?
Se i prezzi sono da record, perché gli esperti escludono il ripetersi del disastro del 2008? Le ragioni sono strutturali e profonde, e descrivono un mercato radicalmente diverso.
- Domanda vs Offerta: Il problema odierno non è la speculazione, ma uno “squilibrio strutturale tra una domanda crescente e un’offerta di alloggi che non riesce a tenere il passo”. In parole semplici: troppe persone cercano casa e ne vengono costruite troppo poche.
- Crollo delle nuove costruzioni: Durante il boom si costruivano oltre 700.000 nuove case all’anno. Oggi, la cifra si aggira intorno alle 100.000, un numero del tutto insufficiente a soddisfare la domanda generata dalla crescita demografica e dai flussi migratori.
- Prudenza dei mutui: La finanza ha imparato la lezione. Nel 2006, il volume di credito per il settore immobiliare era di 184 miliardi di euro. Nel 2023, ha raggiunto a malapena i 54 miliardi. Le banche sono molto più caute.
- Profilo dell’acquirente: Oggi chi compra casa tende a versare una quota significativa di capitale proprio (il rapporto prestito/valore è sceso al 69%). Inoltre, il debito complessivo delle famiglie spagnole è notevolmente inferiore rispetto a vent’anni fa, riducendo il rischio di insolvenze di massa.
Quindi oggi la spirale dei prezzi non è alimentata da una frenesia speculativa, ma da solidi (e preoccupanti) fattori economici. La soluzione, concordano settore pubblico e privato, non è fermare la domanda, ma aumentare drasticamente l’offerta di alloggi a prezzi accessibili, prima che il sogno di una casa diventi un lusso per pochi. Costruire più case aiuterebbe anche in generale l’economia, ma andrebbe contro i mantra ambientalisti dell’attuale governo Sanchez. Quindi la crisi immobiliare e il rischio bolla proseguiranno, almeno sino al prossimo cambio di governo.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.
You must be logged in to post a comment Login