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Sogni e realtà: la UE ha usato più gas per la generazione elettrica nel 2022 che prima…

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Nei primi sette mesi del 2022 l’Europa ha bruciato più gas per la produzione di energia elettrica rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante gli Stati membri dell’UE si siano impegnati a ridurne l’uso del 15%. I risultati sono stati presentati giovedì (1° settembre) da Rystad Energy.

Il consumo di gas è aumentato del 4,28% per la produzione di elettricità, pari a 13,2 terawatt. Il carbone ha fatto un balzo ancora maggiore, con l’11,9%, pari a 27,9 terawatt di elettricità.

L’Europa sta “soffrendo di una crisi dell’energia idroelettrica e nucleare”, ha dichiarato l’amministratore delegato e fondatore Jarand Rystad.

L’offerta di entrambi è diminuita rispettivamente del 20,8% e dell’11,8% quest’anno, il che si traduce in 110 terawattora di elettricità, più o meno equivalenti alla perdita totale di elettricità causata dalla riduzione delle forniture di gas russo.

L’energia idroelettrica, che fornisce il 16% dell’elettricità europea, è stata particolarmente colpita. Con l’aumento delle temperature nei mesi estivi, gli impianti idroelettrici hanno dovuto deviare l’acqua o chiudere completamente.

In Francia, il più grande produttore europeo, l’energia idroelettrica ha generato il 27% in meno di elettricità. In Italia e in Spagna la fornitura è diminuita del 40 e del 44%. Anche le centrali nucleari sono state costrette a chiudere perché il flusso d’acqua nei fiumi, normalmente utilizzato per raffreddare i reattori, era troppo basso. Ciò ha contribuito a un calo del 57% della produzione di energia nucleare in Francia.

Per compensare questa situazione, il gas e il carbone sono sempre più utilizzati per la produzione di energia. Ma questo avviene in un momento difficile.

A luglio i ministri dell’energia hanno concordato di ridurre volontariamente l’uso del gas del 15% come parte di un pacchetto di misure volte a prevenire una crisi del gas quest’inverno.

Secondo i dati di Rystad, la società statale russa Gazprom ha ridotto i flussi di gas verso l’Europa dai 350 milioni di metri cubi al giorno (mcm) dell’agosto dello scorso anno agli attuali 50mcm, il che si traduce in un calo dell’85% circa su base annua.

Questo ha portato a un aumento storico dei prezzi nelle ultime settimane, con i prezzi di riferimento olandesi per il gas che hanno raggiunto il record di 346 euro per megawattora il 26 agosto. I prezzi elevati hanno già costretto alcune aziende e produttori industriali a chiudere.

Quindi il taglio del gas ha colpito soprattutto le produzioni di carattere industriale, e in questo caso il taglio è stato forte ed effettivo e pari al 21%, secondo l’associazione degli industriali tedeschi. Però il sistema energetico è molto complesso e non basta un proclama perché vi siano degli effetti immediati.


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