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Energia

Shell non riesce a vendere le proprie quote della raffineria che detiene con Rosfnet, ma non ci reisce

La Shell vorrebbe cedere la propria grossa quota della raffieneria tedesca di Schwendt, ma non ci riesce: la causa fra Germania e Rosfnet impedisce la definizione della cessione

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La prevista vendita di una quota della raffineria di Schwedt in Germania da parte di Shell Plc sta subendo ritardi a causa di cause legali pendenti da parte di terzi, secondo quanto riportato da Reuters.

La vendita prevista da Shell della sua quota del 37,5% nella raffineria al gruppo britannico Prax doveva concludersi nella prima metà del 2024; tuttavia, l’operazione si è arenata dopo che Berlino ha privato il proprietario di maggioranza Rosneft del suo controllo, ma non delle sue azioni, e lo ha posto sotto amministrazione fiduciaria poco dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. La causa legale fra la società russa e il governo tedesco blocca tutto.

Berlino sta cercando di nazionalizzare le attività tedesche di Rosneft, compresa la partecipazione del 54,17% nella raffineria di Schwedt. Secondo il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, il processo di scioglimento dell’amministrazione fiduciaria è iniziato all’interno del governo ed è attualmente in fase di udienza. Ci sono colloqui con il Qatar che sarebbe disposto a subentrare.

La raffineria, prima della guerra in Ucraina, lavorava esclusivamente petrolio russo, che le giungeva tramite oleodotto. Dalla guerra le forniture di petrolio di Mosca sono state progressivamente interrotte, anche se non direttamente colpite dalle sanzioni, e sostituite da petrolio kazaco, che arriva con lo stesso oleodotto, ma c’è sempre il rischio di interruzioni.

In precedenza, la Polonia aveva rassicurato la Germania che sarebbe potuta intervenire per rifornire la raffineria di Schwedt di greggio nel caso in cui le forniture di petrolio kazako fossero state interrotte, come possibile ritorsione per le mosse di Berlino contro Rosneft. La Polonia afferma di essere in grado di sostituire l’intero volume kazako, circa 1-1,2 milioni di tonnellate annue.

Rosfnet, un problema per la Germania

Ai tempi della Merkel, Rosnet, era un grande investitore, con Gazprom, a cui si stendevano tappeti rossi e che generosamente investivano in infrastrutture, e non solo.  Le tre raffinerie gestite da Rosneft Germania forniscono circa il 12% della capacità di raffinazione totale della Germania, e la raffineria di Schwedt, vicino a Berlino, è fondamentale.

Raffinerie Rosfnet in Germania

Questa raffineria, al confine con la Polonia, fornisce carburante alla regione di Berlino-Brandeburgo. Il petrolio che alimenta queste raffinerie proviene dall’oleodotto Druzhba, che in precedenza trasportava il petrolio russo in Germania attraverso l’Ucraina. Le raffinerie sono state create appositamente per raffinare questo petrolio.

Mentre il petrolio russo che passa attraverso il Druzhba non è stato incluso nell’embargo petrolifero dell’UE, la Germania ha comunque smesso di importare il greggio russo e lo ha sostituito con il petrolio del Kazakistan. Il Kazakistan è riuscito a raggiungere un accordo con la compagnia energetica russa Transneft per utilizzare l’oleodotto Druzhba per esportare petrolio attraverso la Russia e la Bielorussia fino ad Adamowo-Zastawa, in Polonia.


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