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Scontro UE – Polonia: Varsavia ha tutte le ragioni. La VDL se ne faccia una ragione

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Oggi davanti al Parlamento Europeo, radunato, secondo i desideri di socialisti, verdi e liberali, come una specie di tribunale del “Popolo” burocratico europeo, è comparso il primo ministro polacco Morawiecki, lui si scelto democraticamente.

Morawiecki ha fatto un discorso ampio, legato all’economia, alle sfide migratorie, alle minacce esterne alla UE, ma anche interne, soprattutto per la volontà della Commissione e del Parlamento d’imporre le proprie decisioni e la risposta secca della Corte Costituzionale polacca di porre le proprie norme costituzionali a un livello superiore rispetto al diritto europeo. Il suo discorso è stato chiaro e limpido da questo punto di vista:

  • gli Stati nazionali sono la base primaria del diritto con le proprie Costituzioni, e la UE, non essendo uno stato, non può essere fonte primaria di diritto;
  • ci sono state numerose pronunce di supreme corti negli anni, soprattutto francesi e tedesche, che hanno affermato la superiorità dei diritti costituzionali , fin dal 1974 sino al recentissimo 2021.

Se questi pronunciamenti sono stati sempre accettati, perché adesso si rifiuta quello della Corte polacca, con minacce, espresse dalla Von Der Leyen e da altri leader della commissione e del Parlamento, che sono al limite, se non oltre, del ricatto, nello stile del “O ti pieghi o non ti do i soldi europei”. Il tutto solo per una questione politica, perché la maggioranza politica a Varsavia non si allinea con la nuova maggioranza di RE (Liberali), Verdi e Socialdemocratici  che si sta profilando a Bruxelle e che sta esautorando una parte importate del Partito Popolare, ridotto a fare il portatore d’acqua.

Del resto, come nota persino un sito europeista come Politico, se i paesi europei avessero veramente voluto la superiorità del diritto europeo su quello costituzionale dei singoli paesi, avrebbero potuto farlo direttamente nei trattati, approvando quello Costituzionale di Nizza, che prevedeva la superiorità costituzionale di Bruxelles, non quello più annacquato di Lisbona.

L’attacco alla Polonia proseguirà in parlamento, ma di Polexit per ora non se ne parla. Forse un ridimensionamento di Bruxelles, desiderato anche da alcune fasce del PPE, sarebbe la soluzione migliore.

 


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