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Scholz: il Nucleare in Germania è morto

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Olaf Scholz è stato chiaro: “La questione dell’energia nucleare è un cavallo morto in Germania“, ha affermato sabato in un’intervista alla radio pubblica Deutschlandfunk.

Il Cancelliere (Socialdemocratici – SPD) ha anche contraddetto il fatto che l’uso dell’energia nucleare resta una questione controversa all’interno del governo tripartito “Semaforo”, formato dal suo partito insieme al Partito Democratico Libero e ai Verdi.

L’energia nucleare è finita. In Germania non viene più utilizzata. L’eliminazione graduale è sancita dalla legge“, ha sottolineato.

Il FDP tuttavia non è sembrato turbato dal rifiuto del Cancelliere nel fine settimana. Michael Kruse, portavoce della politica energetica della fazione parlamentare del partito, ha dichiarato: “La Germania non dovrebbe limitare inutilmente ulteriori opzioni. Una politica lungimirante dovrebbe rispondere alla scarsità espandendo l’offerta. L’intero governo dovrebbe lavorare su questo invece di gestire la scarsità con sussidi. “

Venerdì il gruppo FDP ha approvato una risoluzione che chiede di fermare lo smantellamento delle restanti centrali nucleari. Questo aveva lo scopo di mantenere la porta aperta per un ritorno al nucleare. La CDU, in quanto maggiore partito d’opposizione, si sta spingendo perfino oltre. Il leader della CDU Friedrich Merz ha recentemente annunciato che, in caso di insediamento, “rimetterà immediatamente in funzione le centrali nucleari dismesse”.

Ma Scholz non ritiene possibile il mantenimento delle centrali elettriche nucleari, come vorrebbe la FDP, anzi quasi vantandosi della cancellazione del know how nucleare-civile in Germania: “Il fatto è che con la fine dell’energia nucleare è iniziato lo smantellamento e con questo di  tutto ciò che ha sempre ruotato in Germania sulla costruzione o quasi costruzione delle centrali nucleari“.

La costruzione di nuove centrali nucleari in Germania richiederebbe 15 anni e costerebbe dai 15 ai 20 miliardi di euro ciascuna, secondo i socialdemocratici, per cui meglio proprio non parlarne.

L’eliminazione dell’energia nucleare si basa su una decisione presa durante il mandato della cancelliera Angela Merkel (CDU). Originariamente avrebbe dovuto essere completato entro la fine del 2022, ed era una sorta di compensazione pagata dalla Merkel verso i socialdemocratici e i verdi per poter rimanere al potere con la CDU.

A causa della penuria energetica conseguente alla riduzione delle forniture di gas russo alla Germania, quest’anno la scadenza è stata prorogata fino al 15 aprile dopo una lunga disputa tra i Verdi e il FDP e un ultimatum del Cancelliere. Ciò segnò ufficialmente la fine dell’era dell’energia nucleare in Germania.

La FDP ha presentato la sua proposta la scorsa settimana in un contesto di costi dell’elettricità persistentemente elevati, che gravano sull’economia e, in particolare, sulle industrie ad alta intensità energetica.

SPD e Verdi chiedono un prezzo dell’elettricità industriale sovvenzionato dallo Stato per alleviare le imprese particolarmente colpite dagli elevati costi energetici. La FDP è contraria al piano e sottolinea che la chiusura delle centrali nucleari ha contribuito all’aumento dei prezzi dell’elettricità. Tra l’altro qualcuno pagherà per questa sovvenzione: perché dovrebbe essere il pubblico a pagare per gli errori di un pugno di politici ideologicamente segnati?

 


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