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Scacco matto energetico: la Cina scopre un oceano di Torio e attiva il primo reattore a sali fusi. L’Europa sta a guardare?

Un milione di tonnellate di riserve e la svolta del reattore a sali fusi: Pechino accelera sul nucleare di IV generazione mentre l’Europa osserva.

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Mentre l’Occidente dibatte ancora sulle tassonomie verdi e sulle auto elettriche a batteria, la Cina potrebbe aver appena risolto l’equazione energetica per i prossimi secoli. Le notizie che arrivano dall’Estremo Oriente non sono semplici annunci di propaganda, ma dati geologici e risultati ingegneristici che delineano un cambio di paradigma: la scoperta di un giacimento colossale di Torio, poco dopo il successo operativo del primo reattore sperimentale in grado di utilizzarlo.

Siamo di fronte all’Energia 4.0, quella che promette di rendere obsoleti i vecchi manuali nucleari e, forse, le attuali dinamiche geopolitiche.

Il tesoro di Bayan Obo: numeri da capogiro

La notizia geologica è di quelle che fanno tremare i mercati delle commodity sul lungo periodo. Dopo una delle indagini geologiche più estese della storia recente, gli scienziati cinesi hanno mappato 233 nuove zone ricche di torio nel complesso minerario di Bayan Obo, nella Mongolia Interna.

Non stiamo parlando di tracce, ma di volumi industriali:

  • Riserve stimate: Oltre 1 milione di tonnellate.

  • Valore economico: Circa 178 miliardi di dollari (ai prezzi attuali, destinati a mutare).

  • Potenziale energetico: Teoricamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno elettrico cinese per decine di migliaia di anni.

Il torio non è una novità nella tavola periodica, ma la sua abbondanza rispetto all’uranio e la possibilità di utilizzarlo senza il costoso e politicamente sensibile processo di arricchimento lo rendono il “Santo Graal” della fissione nucleare avanzata.

Mineralo con il Tario

La svolta tecnologica: il reattore TMSR-LF1

Avere il carburante è inutile senza il motore. Ed è qui che Pechino ha accelerato. Il Shanghai Institute of Applied Physics (SINAP) ha confermato che il reattore sperimentale a sali fusi TMSR-LF1, situato a Wuwei nella provincia del Gansu, ha raggiunto un traguardo storico nel novembre 2025: la conversione efficace del combustibile Torio-Uranio.

Non è un rendering su PowerPoint. Il reattore, la cui costruzione è stata accelerata e completata già nell’agosto 2021, aveva ottenuto la prima criticità nell’ottobre 2023. Ora, per la prima volta al mondo, un reattore a sali fusi ha integrato con successo il torio nel suo ciclo operativo, generando calore attraverso la fissione in modo continuo.

Come funziona in parole povere?

A differenza dei reattori tradizionali ad acqua pressurizzata (PWR), che richiedono barre di combustibile solido e spegnimenti per la ricarica, il TMSR-LF1 utilizza combustibile liquido disciolto in sali di fluoruro (FLiBe).1 Questo permette:

  1. Ricarica online: Non serve spegnere il reattore per aggiungere combustibile.

  2. Sicurezza passiva: In caso di guasto, il sale si solidifica intrappolando le radiazioni, riducendo drasticamente il rischio di meltdown.

  3. Efficienza: Il sistema opera a bassa pressione ma ad alta temperatura.

Ecco uno schema di funzionamento del reattore al torio cinese:

Reattore a sali fusi al torio

Perché il Torio cambia le regole del gioco

L’abbinamento tra le riserve di Bayan Obo e la tecnologia dei reattori a sali fusi (MSR) offre vantaggi che l’industria nucleare tradizionale fatica a eguagliare. Ecco una sintesi delle differenze sostanziali:

CaratteristicaNucleare Tradizionale (Uranio)Nucleare al Torio (MSR)
CombustibileRaro, richiede arricchimento complessoAbbondante, nessun arricchimento tradizionale
ScorieRadioattive per millenniRadioattive per secoli (riduzione drastica)
SicurezzaSistemi attivi, rischio fusione noccioloSicurezza intrinseca, bassa pressione
ProliferazionePotenziale uso bellico (Plutonio)Estremamente difficile da usare per armi
EfficienzaUtilizza una frazione del potenziale energeticoAlta densità energetica

Le conseguenze economiche e il sonno dell’Europa

Questo progresso pone la Cina in una posizione di vantaggio competitivo enorme (un moat economico, direbbe Warren Buffett) nella corsa all’energia pulita di base (baseload). Se i reattori al torio raggiungeranno la diffusione commerciale su larga scala — l’obiettivo è un dimostratore da 100 MWt entro il 2035 — il dominio dei combustibili fossili e le attuali catene di approvvigionamento dell’uranio verranno riscritti.

E l’Europa? Il Vecchio Continente, e l’Italia in particolare, potrebbero sedere su risorse di torio non trascurabili, ma mancano di una politica industriale coesa e dell’urgenza politica necessaria. Mentre a Shanghai si pianificano i prossimi vent’anni di indipendenza energetica, a Bruxelles si discute ancora se il nucleare sia “tassonomicamente” corretto. Ci sono progetti in svolgimento, come quello svizzero danese per la realizzazione di un reattore al torio, ma non sono avanzati come quelli cinesi.

La Cina ha preso il posto di guida. Resta da vedere se l’Occidente deciderà di salire a bordo o rimanere a guardare la polvere dal ciglio della strada.


Domande e risposte

Il reattore al torio è davvero più sicuro di quelli attuali?

Sì, la tecnologia a sali fusi (MSR) offre vantaggi di sicurezza intrinseca. Il combustibile è già liquido, mescolato a sali che fungono da refrigerante. Operando a pressione atmosferica, si elimina il rischio di esplosioni da vapore tipico dei reattori ad acqua. Inoltre, in caso di emergenza o spegnimento, il sale fuso scola per gravità in serbatoi di sicurezza dove si solidifica (“tappo di sale”), bloccando le reazioni senza bisogno di intervento umano o elettricità.

Quando vedremo questa tecnologia produrre elettricità nelle nostre case?

Non domani mattina. Il reattore cinese attuale è sperimentale (2 MWt).2 Il piano del Shanghai Institute of Applied Physics prevede la costruzione di un impianto dimostrativo di taglia quasi commerciale (100 MWt) entro il 2035. Se questo avrà successo, la diffusione massiva potrebbe iniziare verso il 2040. Tuttavia, la Cina ha dimostrato di saper accelerare i tempi di costruzione molto più dell’Occidente, quindi le tempistiche potrebbero accorciarsi se la priorità strategica aumentasse.3

L’Italia ha risorse di Torio o dovrà comprarlo dalla Cina?

L’Italia, come diverse aree d’Europa, possiede potenziali giacimenti di terre rare e torio (spesso associati geologicamente), ad esempio nel Lazio e nell’arco alpino.4 Tuttavia, mancano mappature aggiornate e, soprattutto, un piano minerario strategico nazionale. Senza investimenti nell’estrazione e nella tecnologia di raffinazione, anche possedendo la materia prima nel sottosuolo, saremmo costretti ad importare la tecnologia o il combustibile lavorato dall’estero, replicando gli errori fatti con il gas naturale.

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