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Nucleare: la Cina sorpassa tutti e accende il reattore al Torio. Energia per 60.000 anni?

La Cina accende il reattore al Torio: la svolta nucleare che promette energia per migliaia di anni Pechino ha testato con successo un reattore a sali fusi di 4° generazione, una tecnologia più sicura che non usa acqua e sblocca le sue enormi riserve di Torio.

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Mentre in Europa la discussione sull’energia sembra arenata tra sussidi alle rinnovabili e il timido ritorno al nucleare (uranio), dalla Cina arriva una notizia che potrebbe ridefinire gli equilibri strategici dei prossimi decenni. Pechino ha appena annunciato di aver completato con successo la prima conversione in assoluto di combustibile da Torio a Uranio all’interno di un Reattore a Sali Fusi di Torio (TMSR).

A confermarlo è l’Istituto di Fisica Applicata di Shanghai (SINAP) dell’Accademia Cinese delle Scienze, che parla di “pietra miliare” e di “prova della fattibilità tecnica”. Non si tratta di un esperimento di laboratorio, ma di dati validi ottenuti dopo aver caricato il reattore sperimentale, attualmente l’unico al mondo operativo con combustibile al Torio.

Questa svolta fornisce una soluzione concreta alla Cina per sfruttare le sue enormi (e finora sottoutilizzate) riserve di Torio, segnando un passo avanti decisivo nel nucleare di nuova generazione.

I vantaggi del nucleare di 4° generazione (che non usa acqua di raffreddamento)

Il reattore TMSR non è una centrale convenzionale. È un sistema nucleare avanzato di quarta generazione. La differenza fondamentale? Invece di utilizzare l’acqua per il raffreddamento, impiega sali fusi ad alta temperatura.

La produzione di energia nucleare basata sul torio è alimentata principalmente dalla fissione nucleare dell’isotopo uranio-233 prodotto dall’elemento fertile torio. Un ciclo del combustibile al torio può offrire diversi potenziali vantaggi rispetto a un ciclo del combustibile all’uranio.,  tra cui la maggiore abbondanza di torio presente sulla Terra, le proprietà fisiche e nucleari superiori del combustibile e la ridotta produzione di scorie nucleari.

Il Torio, bombardato da neutroni, si converte in Uranio U233 fissile, ma in una minore quantità di Plutonio rispetto ai reattori convenzionali, e questo lo rende anche “Pacifico”. Inoltre la tecnologia a sali fusi è molto più sicura di quella con  raffeddamento ad acqua compressa, senza contare che il processo di arricchimento si ferma senza un imput esterno.

Questo approccio offre vantaggi tecnici e strategici non indifferenti, che lo rendono il design ideale per utilizzare il Torio come combustibile.

Ecco i punti chiave:

  • Sicurezza Intrinseca: Il design stesso del reattore previene i problemi di surriscaldamento tipici di altri sistemi.
  • Funzionamento a Pressione Atmosferica: A differenza dei reattori ad acqua pressurizzata (PWR), i TMSR operano a pressione atmosferica. Questo riduce drasticamente lo stress meccanico sui materiali e le tubature, abbattendo i rischi.
  • Niente Acqua per il Raffreddamento: Un dettaglio cruciale. Elimina la dipendenza da grandi fonti idriche (fiumi, mari) per il raffreddamento, permettendo di costruire centrali quasi ovunque.
  • Alta Temperatura in Uscita: Il calore prodotto è molto elevato, il che non solo è efficiente per generare elettricità, ma può essere “integrato” direttamente in altri settori industriali pesanti.

Schema di funzionamento di un reattore ai sali fusi di Torio da Researchgate

Una strategia industriale di lungo termine

Questo successo non è arrivato per caso. La Cina ha lanciato il suo programma TMSR già nel 2011. In poco più di un decennio, il SINAP è passato dalla ricerca di base alla verifica ingegneristica dei materiali e delle tecnologie chiave.

L’aspetto più rilevante, in un’ottica geopolitica, è che Pechino ha lavorato fin da subito per creare una filiera industriale e di approvvigionamento completamente indipendente e nazionale. Oggi la Cina possiede la tecnologia TMSR e la capacità industriale per produrla.

Con la fattibilità tecnica ora confermata, il piano è chiaro: collaborare con le principali aziende energetiche per consolidare la filiera e accelerare l’applicazione ingegneristica. L’obiettivo dichiarato è la costruzione di un progetto dimostrativo da 100 megawatt entro il 2035.

Il calore ad alta temperatura di questi reattori permette un’integrazione profonda con altre industrie: dalla produzione di idrogeno “verde” (o meglio, “viola” dal nucleare) all’accumulo termico, fino alla petrolchimica. È la visione di un sistema energetico integrato e low-carbon.

Il “tesoro” del Torio: la vera posta in gioco

Ma perché tutto questo sforzo sul Torio? La risposta sta nei numeri.

La Cina, secondo rapporti recenti, potrebbe avere molte più riserve di Torio di quanto stimato in precedenza. Il potenziale è enorme. Si stima che i soli scarti minerari (contenenti Torio) del complesso di Bayan Obo, in Mongolia Interna, potrebbero alimentare il fabbisogno energetico cinese per 60.000 anni.

Gli scienziati da tempo vedono nei reattori al Torio la vera innovazione energetica. Non solo per l’abbondanza del combustibile, ma anche perché producono molte meno scorie radioattive a lunga vita rispetto ai reattori a uranio.

Insomma, mentre l’Occidente dibatte, la Cina sta silenziosamente costruendo la sua indipendenza energetica per i prossimi millenni.

Domande e risposte

Perché questo reattore al Torio è diverso da quelli tradizionali?

È un reattore a Sali Fusi (TMSR), una tecnologia di 4° generazione. Non usa acqua per il raffreddamento, ma sali fusi. Questo gli permette di operare a pressione atmosferica (più sicuro) e a temperature più alte. È specificamente progettato per “bruciare” il Torio, un combustibile alternativo e molto più abbondante dell’uranio.

Cos’è il Torio e perché è così importante?

Il Torio è un elemento chimico che può essere convertito in combustibile nucleare (Uranio-233) all’interno del reattore stesso. È molto più comune dell’uranio sulla Terra e la Cina ne ha riserve gigantesche. L’utilizzo del Torio, inoltre, produce una quantità significativamente inferiore di scorie radioattive a lunga vita, rendendolo un’opzione nucleare potenzialmente più pulita e sostenibile.

Qual è l’obiettivo strategico della Cina con questa tecnologia?

L’obiettivo è l’indipendenza energetica. Questo reattore è la chiave per sbloccare le sue immense riserve interne di Torio. Il programma, attivo dal 2011, ha già creato una filiera industriale nazionale. Il traguardo è un reattore dimostrativo da 100 MW entro il 2035. Questa tecnologia si integra anche con le rinnovabili e l’industria (es. produzione di idrogeno), costruendo un sistema energetico nazionale completo e a basse emissioni.

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