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SALTA IL PROGETTO EUROPEO DI MACRON, PER IL SUO RIFIUTO DI COLLABORARE CON L’ITALIA

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Il Quotidiano francese Liberation ci presenta un’interessante analisi del fallimento del progetto europeo di Macron, di stampo neoliberale, che a livello europeo doveva essere incentrato sulla creazione di un Budget europeo comune e di un Ministro delle Finanze comunitarie che si occupasse delle entrate e delle uscite. L’affermazione della necessità di un budget europeo comune aveva fatto capolino al termine degli incontri franco – tedeschi di Meseberg nel 2018 come bilancio per la stabilizzazione, la competitività e la convergenza, ma solo di soppiatto ed alla fine del documento comune. Eppur Macron ha sempre puntato sul dualismo  franco germanico, nonostante la Merkel non avesse nessun desiderio di questo passo, visto come un diverso modo per spillare soldi ai paesi nordici…..

Infatti nell’ultima versione di questo ipotetico bilancio europeo si parla di una misura solo per “la competitività e la convergenza, mentre il termine stabilizzazione, parola che avrebbe dato un ssenso economico all’operazione, è completamente sparita. Insomma se un budget europeo sarà, questo non avrà come missione la possibilità di stabilizzare l’economia dell’area euro, quindi keynesiana, ma solo quella di essere una versione al limite rinforzata degli attuali fondi strutturali. Se questo può piacere all’uomo con la politica più ordoliberista d’Europa, a suon di privatizzazione, anche contestate come quella di AdP, aeroporti di Parigi, di cancellazione dei diritti sociali e di flessibilità lavorativa, risulta però una clamorosa sconfessione del suo disegno iniziale. Inoltre le cifre in gioco sono letteralmente risibili a livello europeo, come quelle del progetto Juncker: 17 miliardi di euro per tutta l’unione, tanto che il ministro dell’economia spagnolo ha detto che piuttosto che un fondo di questo genere era meglio nessun fondo.

Quindi l’Unione rimane una grande incompiuta, pronta a scomparire anche domani, senza una vera struttura di politica economica, anzi sconfessandone l’uso. Una sconfitta clamorosa, ma che non poteva essere evitata nel momento in cui il presidente francese ha scelto di appoggiarsi a chi non crede al progetto. Eppure una politica espansiva e di stabilizzazione avrebbe potuto essere nell’interesse dei paesi mediterranei e, soprattutto, dell’Italia, e Macron poteva rischiare un colloquio con la Lega, ma non è stato così, e si è lasciato incatenare mani e piedi al carro nordico. I motivi sono chiari:

  • vedere gli Oat comparati ai Btp potrebbe essere devastante per l’economia francese, soprattutto pubblica
  • politicamente e personalmente le due personalità sono all’opposto…

Altri politici sarebbero stati più flessibili, ma non lui. Il suo ego non può accettare nessun altro nella stanza.

 


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