Economia
Sale ancora occupazione in Italia, e Landini ora che cosa dirà..?
Maurizio Landini, ormai da settimane sulle barricate contro il governo, grida al precariato alla mancanza di lavoro alla crescita della disoccupazione. Ma i dati che arrivano dall”Istat ( in realtà non si tratta più di una novità, da due anni a questa parte) sembrano smentirlo categoricamente.
A ottobre 2024, il numero di occupati supera quello di ottobre 2023 dell’1,5% (+363mila unità), aumento che coinvolge uomini, donne, 25-34enni e ultracinquantenni. Il numero di occupati rimane sostanzialmente stabile tra i 35-49enni, mentre diminuisce tra i 15-24enni. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,6 punti percentuali.
Rispetto a ottobre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-26,0%, pari a -519mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+3,1%, pari a +378mila).
Da quando si è insediato il governo Meloni, gli occupati permanenti ( altro che precarietà sbandierata da Landini e Bombardieri) sono aumentati di ben 850.000 unita, raggiungendo un vero e proprio record di occupati ( 24 milioni di occupati e un tasso di disoccupazione al 6,6%). Ora questi nuovi dati di ottobre sembrano confermare questo trend positivo, che sembrano premiare lo sforzo del governo sul piano delle politiche fiscali e del lavoro.
“L’aumento dell’occupazione, dopo lo stop di settembre – ha commentato questi dati la Confcommercio – al di là del nuovo massimo in termini aggregati, è favorevolmente caratterizzato dalla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato e da quella della componente autonoma. Al contrario, desta nuove preoccupazioni la tendenza alla riduzione del tasso di attività femminile che prosegue ormai da dodici mesi”. “La rinuncia alla partecipazione al mondo del lavoro, in questo caso – conclude -, non risiede tanto in una mancanza di opportunità di trovare un’occupazione (l’incremento nel confronto annuo è di 174 mila unità), ma origina dalle perduranti difficoltà di contesto sociale e familiare”.
Certo non si può dire che questi dati siano solo ed esclusivamente merito del governo, ma nemmeno pare corretto, incitare, come fa Landini, alla rivolta sociale contro le politiche finanziarie del governo. Il governo sta certamente adottando delle politiche attive sul lavoro, che stanno producendo i loro effetti, smontando invece quelle mirate all’assistenzialismo e ai bonus del governo cinque stelle e Pd.
Adesso Landini, dopo una relativa pace sociale riservata sia al Conte 2 che anche allo stesso Draghi, sembra essere d’improvviso come morso da una tarantola. Le sue intemerate contro il governo, appaiono esagerate e talvolta fuori luogo, lasciano inevitabilmente il forte sospetto sulle vere ragioni da cui vengono provocate. Perchè attaccando senza che le proprie ragioni siano supportate da dati corroboranti, si rischia di perdere credibilità, consenso e infine pure la faccia.
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