Europa
Saccomanni sceglie di fare conferenze stampa in Svizzera in francese invece che in in Italiano, fonte stampa della Confederazione
Vorrei condividere una riflessione: Saccomanni, lavorando duramente e seriamente per gli italiani, negli scorsi giorni si è recato a Berna per discutere sull’accordo fiscale tra Italia e la Confederazione per i capitali occultati all’estero, a latere di un evento di Limes, la pubblicazione italiana di geopolitica del gruppo L’Espresso (famiglia De Benedetti). A parte che c’era stato l’impegno del governo a chiudere l’accordo entro Gennaio 2014 (un’altra promessa non mantenuta), è emerso che l’accordo verrà definitivamente – probabilmente – chiuso a maggio 2104. Speriamo.
Ma questo non è l’oggetto del contendere. Interessante è stato leggere venerdì 31.1.2014 sul Corriere del Ticino (CdT), testata che si trova anche online, dettagli sulla conferenza stampa tenuta dal Fabrizio nazionale con il Presidente della Confederazione, Didier Burkhalter. A parte i contenuti, si sa che lavorando duramente i ritardi ci stanno, mi sono soffermato sulle dichiarazioni ufficiali alla stampa rilasciate alla chiusura dei lavori della prima giornata, CdT edizione cartacea. Bene, secondo quanto riportato dalla testata giornalistica sopra citata, Saccomanni si è rivolto ai giornalisti in francese mentre il presidente della Confederazione prevalentemente in Italiano.
Ora, dico io, vero che esisteva un ex presidente del consiglio che ci faceva sfigurare all’estero a causa del suo privato vizietto diciamo “filo-femminile”, alla gogna! Ma attenzione, se quanto riportato dal Corriere del Ticino è vero – e non ho motivi per dubitarlo – a livello diplomatico non si è mai visto un altissimo rappresentante del Governo di un Paese che, in visita sebbene informale in un altro paese che per giunta è tra i pochi al mondo ad avere l’italiano come lingua ufficiale nazionale (conto solo l’Italia, San Marino il Vaticano e la Svizzera), di fronte al presidente della Repubblica del paese ospitante si permetta di fare le dichiarazioni di rito in un altra lingua rispetto alla propria, rivolgendosi in una lingua straniera che guarda caso è la lingua madre di quell’Europa che sta mettendo alle strettissime il Belpaese (ossia parlando in francese). Attenzione, diplomaticamente questo comportamento non è solo una leggerezza, essendo anzi stigmatizzabile come fortemente irrituale, oltre che irriverente. Ma, lasciando da parte le forme, sembra quasi che il ministro dell’Economia sia più interessato a che l’Europa colga i suoi messaggi, e dunque si esprime in francese, piuttosto che a portare rispetto – potremmo dire anche fare gli interessi? – del paese che rappresenta. Pensate un po’, cosa succederebbe se Schauble andando in visita in Svizzera o in Austria facesse le dichiarazioni ufficiali in francese mentre il suo omologo le facesse in tedesco… Io penso che i tedeschi potrebbero fin considerarlo un traditore e togliergli il passaporto. Scena degna del grande Lebosky dei fratelli Cohen….
A pensar male… che magari Saccomanni voglia magari farci sapere che parla bene la sua futura lingua di lavoro, quando avrà pregiati incarichi europei grazie al lavoro svolto in Italia come ministro dell’economia? (…)
Certo, Fabrizio Saccomanni è quasi un primatista del paradosso – potrei dire anche in figuracce? -, se non fosse sostenuto dai poteri continentali che lo vogliono a tutti i costi come garante (del futuro spoglio italico? Vedremo se nelle privatizzazioni pezzi pregiati dell’Italia se ne andranno verso la Germania) se ne sarebbe già dovuto andare, ricordo solo la tentata negazione degli aumenti salari già concessi ed incassati dagli insegnanti, la negazione della deflazione italica – vedremo – oltre alle sue imperdibili, interminabili previsioni di crescita costantemente e sistematicamente errate, tanto sballate da fare pensare che siano addirittura pretestuose (magari per tenere tranquilla la gente con quadri di crescita tanto idilliaci quando improbabili per scongiurare, in vista delle elezioni europee del prossimo maggio, un’ondata di voto popolare anti euro ed anti Europa, con una schiacciante vittoria degli euroscettici?).
Ben certo che ad ogni sua uscita possiamo aspettarci qualcosa di divertente ed inaspettato, ormai sono un assiduo follower del Fabrizio nazionale, ma armandomi di tantissimo senso dell’ironia oltre che di infinita pazienza. E seguirlo significa anche e soprattutto valutarlo, comprenderlo, cosa che non deve essere confusa con il perdonare le sue leggerezze ed i suoi eventuali errori (…), dalle mie parti si dice che la volpe si prende senza correre…
Mitt Doclino
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