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La Russia valuta i pagamenti internazionali in Bitcoin

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Alla fine di marzo, il presidente della commissione per l’energia del Congresso russo, Pavel Zavalny, ha dichiarato in una conferenza stampa che la Russia è aperta ad accettare bitcoin per il pagamento  delle sue esportazioni di risorse naturali.

“Quando si tratta dei nostri Paesi ‘amici’, come la Cina o la Turchia, che non ci fanno pressione, da un po’ di tempo offriamo loro di passare i pagamenti alle valute nazionali, come rubli e yuan”, ha detto Zavalny durante la conferenza stampa.

“Con la Turchia, si possono usare lire e rubli. Quindi ci può essere una varietà di valute, e questa è una pratica standard. Se vogliono i bitcoin, li scambieremo in bitcoin”.

Mentre le chiacchiere si sono concentrate sulle richieste di Putin di “rubli in cambio di gas” e sul fatto che il rublo è salito ai massimi pluriennali rispetto alle valute fiat.

Ieri, però, l’agenzia di stampa Interfax ha citato un funzionario governativo che ha dichiarato venerdì che la Russia sta valutando la possibilità di utilizzare le criptovalute per i pagamenti internazionali.

“L’idea di utilizzare le valute digitali nelle transazioni per i regolamenti internazionali è attivamente discussa”, ha dichiarato Ivan Chebeskov, capo del dipartimento di politica finanziaria del ministero delle Finanze.

Secondo quanto riferito, le discussioni sono in corso da mesi e, sebbene il governo si aspetti che le criptovalute vengano legalizzate come mezzo di pagamento prima o poi, non è ancora stato raggiunto un consenso.

Il ministero delle Finanze sta discutendo di aggiungere l’ultima proposta sui pagamenti internazionali a una versione aggiornata di una bozza di legge, ha riferito venerdì il quotidiano Vedomosti, citando funzionari governativi.

Consentire la criptovaluta come mezzo di regolamento per il commercio internazionale aiuterebbe a contrastare l’impatto delle sanzioni occidentali, che hanno visto “limitato” l’accesso della Russia ai tradizionali meccanismi di pagamento transfrontalieri, ha dichiarato Chebeskov.

Il fatto che la Russia sia aperta all’accettazione del bitcoin cambia le carte in tavola, visto che Putin l’anno scorso aveva scartato la possibilità in un’intervista alla Settimana dell’energia russa a Mosca.

“Credo che abbia un valore”, aveva detto Putin all’epoca, riferendosi al Bitcoin.

“Ma non credo che possa essere utilizzato nel commercio del petrolio”.

Le dimensioni attuali del mercato del Bitcoin e la sua liquidità pongono dei dubbi sulla possibilità che la valuta peer-to-peer possa essere utilizzata ampiamente dai Paesi nel commercio internazionale in questo momento. la capitalizzazione di BTC risulta ancora troppo limitata, e, allo stesso modo, la sua volatilità lo rende complesso come sistema di pagamento.  Comunque la Russia potrebbe utilizzare Bitcoin per alcuni scambi pilota, magari in canali limitati e controllati, o potrebbe facilitarne l’uso per i privati, per rendere loro più semplice l’accesso legittimo ai servizi internazionali, dai viaggi alle piccole transazioni commerciali peer to peer. Sarabbe già sufficiente, ma per ora il corso di BTC rimane immutato, segno che queste voci non hanno avuto particolari effetti.

 

 

 

 


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