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Russia: aumento del tasso di sconto della Banca Centrale per combattere la fiammata inflazionistica

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L’inflazione sta facendo preoccupare la Russia e la banca centrale risponde.

 

Per rispondere a questa fiammata inflazionistica si è dovuta muovere, con gli strumenti tradizionali, la Banca Centrale.    Il 23 luglio l’istituto monetario russ0 ha alzato il tasso di riferimento di 100 punti base al 6,50% annuo.

 

 

Una dichiarazione della CBR (Central Bank of Russia) ha affermato che la decisione si basava sulle previsioni macroeconomiche aggiornate, che sono state significativamente riviste.

“La crescita dell’economia russa ha subito un’accelerazione nel secondo trimestre e la pressione inflazionistica si è rivelata più elevata e persistente del previsto. Alcuni settori stanno già mostrando segni di surriscaldamento “, ha affermato il governatore della CBR Elvira Nabiullina, a seguito di una riunione del consiglio di amministrazione della banca.

Secondo Nabiullina, l’aumento dei tassi è necessario per riportare l’inflazione sull’obiettivo. L’inflazione ha raggiunto il 6,5% in termini annualizzati il ​​29 luglio, un livello notevolmente superiore al target e vicino ai massimi quinquennali. I maggiori aumenti dei prezzi nel secondo trimestre del 2021 sono stati per materiali da costruzione, mobili e automobili.

Le cause dell’aumento inflazionistico in un paese come la Russia, produttore di materie prime, è legato soprattutto alle rotture delle catene logistiche internazionali, con quello che ne consegue per le forniture industriali. Comunque anche l’Ucraina ha aumentato il proprio tasso di sconto dal 7,5% al 8% per le stesse motivazioni antiinflazionistiche.


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