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Rosneft: 38 milioni di barili di petrolio russo a prezzi di saldo! Peccato non poterne approfittare…

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Rosneft sta offrendo fino a 37,4 milioni di barili del greggio di qualità tipo “Ural” per i carichi di maggio e giugno, secondo un documento di gara visto da Bloomberg, un segno che il principale produttore di petrolio russo cerca di vendere tutto il possibile ai prezzi spot, cioè quelli che gli offrono al momento, prima di qualsiasi possibile embargo dell’UE sul petrolio russo.

L’enorme offerta pubblica di vendita di Rosneft ha sorpreso i trader in Europa e in Asia, perché raramente una società petrolifera vende così tanto petrolio in così breve tempo. Una vera e propria vendita in saldo, o “Firesale”, direbbero gli inglesi.

L’offerta pubblica riguarda il carico e la partenza dell’Ural dai porti occidentali della Russia. Rosneft ha affermato di preferire i rubli russi come pagamento, anche se in teoria gli acquirenti potrebbero pagare in dollari USA, euro, yuan, dirham degli Emirati Arabi Uniti o lira turca, secondo il documento visto da Bloomberg.

Rosneft vuole anche il pagamento anticipato del 100% sul valore provvisorio dei carichi degli Urali. Del resto è in saldo: dare moneta vedere cammello…

Tutte queste clausole di Rosneft nella gara di svendita suggeriscono che la Russia e il suo gigante petrolifero stiano cercando di essere pagati e di vendere il greggio prima di un potenziale divieto dell’UE sulle importazioni di petrolio russo. Molti acquirenti in Occidente hanno evitato il petrolio russo dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e anche i principali commercianti internazionali hanno affermato che avrebbero tagliato o eliminato gradualmente gli acquisti di greggio russo. Vitol, ad esempio, prevede di chiudere le sue attività che coinvolgono il petrolio greggio russo entro la fine di quest’anno, ma sicuramente molti operatori più piccoli, e con meno scrupoli, saranno attratti all’azzardato affare.

Il commercio con il petrolio russo “diminuirà in modo significativo nel secondo trimestre con il declino degli obblighi contrattuali a termine”, ha affermato il portavoce, aggiungendo, “prevediamo che sarà completamente eliminato entro la fine del 2022”.

Putin è fiducioso che la Russia possa trovare nuovi acquirenti disponibili per il suo petrolio in Asia. Gli acquirenti in Asia, in particolare Cina e India, stanno comprando parte del petrolio indesiderato in Occidente. Tuttavia, la logistica, le tariffe di trasporto elevate, le assicurazioni, le garanzie bancarie e gli ostacoli ai pagamenti impediscono agli acquirenti orientali  e meridionali  di acquistare tutto il petrolio che la Russia ha tradizionalmente venduto sul mercato europeo. Il calo della produzione petrolifera rischia di non essere temporaneo, ma di medio – lungo temine.


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