Attualità
Rivedere i parametri di Maastricht: scordatevelo. Parola di Germania
Il nuovo consigliere economico capo del ministro delle finanze tedesco, Lars Feld, noto economista tedesco, si è recentemente espresso sulla possibilità di modificare i parametri di Maastricht, come riportato da un altro noto economista, il prof. Heimberger
🇩🇪finance minister's chief econ adviser Feld reaffirms: no change of 3%/60% Maastricht criteria; countries with high public-debt-to-GDP ratios must bring them down quickly; only some openness on minor tweaking of the debt reduction rule. pic.twitter.com/1ChkHepE7b
— Philipp Heimberger (@heimbergecon) February 17, 2022
Cosa ha detto Lars Feld ?
A Bruxelles è in corso la negoziazione di una riforma delle regole europee sul debito. Quali modifiche ritiene siano accettabili?
I limiti di Maastricht, ovvero il tre per cento del prodotto interno lordo per il disavanzo e il 60 per cento per il livello del debito, non sono assolutamente negoziabili.
Non c’è bisogno di parlarne, perché cambiare i trattati dell’UE è del tutto irrealistico.
Considera poi possibili modi per contrastare la voglia di un allentamento delle regole? La domanda, a mio avviso, non descrive correttamente la situazione iniziale. Chi ha un debito pubblico eccessivo e vuole a tutti i costi cambiare le linee guida deve offrire qualcosa. A mio avviso, questi paesi devono spiegare in modo molto credibile come intendono ridurre i propri indici di indebitamento. Possiamo quindi sicuramente parlare di dettagli, come la regola che il livello del debito deve essere ridotto al 6O per cento entro 20 anni.
Quindi, per essere estremamente chiari:
- chi pensa di poter rinegoziare i trattati di Maastricht è, francamente, un illuso;
- Al contrario la Germania cercherà “Convincenti spiegazioni” dai paesi che hanno rapporti debito/PIL sopra il 60% di come intendano ridurre il proprio debito a questo valore.
Per noi si tratta di una riduzione del 95% del PIL del debito /Pil. Anche diviso per 20 anni, si tratta di impegnarsi a fare surplus primari dell’ordine del 4% ogni anno, per 20 anni. Una richiesta realistica, se si vuole trasformare la penisola in un deserto, tra l’altro mentre si si ripaga il debito collegato al Recovery Fund.
Forse l’insistenza su questa rigidità può essere la salvezza dell’Europa.
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