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Rinaldi: «Lo scandalo Wirecard rivela la debolezza dei pagamenti elettronici»

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Eccovi l’intervento di Antonio Maria Rinaldi al parlamento europeo sullo scandalo WIRECARD. Se questa moneta elettronica favorisce le truffe, allora capite perché la gente usa il contante:

Non posso fare a meno di iniziare con la celeberrima locuzione latina di Giovenale “QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?” per esprimere tutto il mio disappunto sullo scandalo WIRECARD.

Paradossalmente la Germania, che agli occhi del mondo è rappresentata come modello di efficienza e rigore, troppo spesso invece si rivela essere il centro di enormi scandali; dalla SIEMENS alla VOLKSWAGEN, dai crediti d´imposta sui dividenti incassati due volte, alla manipolazione libor e i derivati opachi, questi ultimi “grazie” alla DEUTSCHE BANK.

Questa volta però, con lo scandalo che ha travolto WIRECARD, si va a minare profondamente la fiducia di tutto il comparto relativo alle carte di pagamento, comprese le prepagate, notoriamente utilizzate dai più giovani e dagli economicamente parlando più deboli, proprio nel momento in cui si vuole sempre più imporre il non uso del contante. In Italia, ad esempio, ma anche in molti altri paesi UE, alcuni circuiti di popolari carte di credito che si affidavano come server a WIRECARD, non hanno funzionato per giorni creando non pochi problemi in regime di piena emergenza COVID con il risultato che moltissimi utenti non sono riusciti neanche a fare la spesa.

Premesso che la stessa BCE nel gennaio 2020 ha sconsigliato l’abolizione e la limitazione dell’uso del cash poiché avrebbe messo a disagio le fasce più deboli della popolazione e ribadendo la sua insostituibile funzione legale, la problematica diventa ancora maggiore se, chi è autorizzato a gestire tali strumenti alternativi al contante, non è a sua volta controllato puntualmente del suo operato. Si legge sui media internazionali che vi sono stati conflitti d’interesse macroscopici fra dipendenti di BAFIN, organo tedesco deputato al controllo, e operatività borsistica sul titolo stesso WIRECARD, generando sconforto e il più che legittimo sospetto che chi doveva controllare aveva entrambi gli occhi chiusi. Quale ruolo hanno svolto i revisori e le Agenzie di Rating che certificano i bilanci delle società quotate? Anche loro “distratti”?

Non dimentichiamo inoltre che WIRECARD è anche in possesso di una licenza bancaria e quindi è ulteriormente soggetta, ed era soggetta, alla rigida vigilanza prevista per gli Istituti di credito. E’ puntualmente avvenuta come per le altre banche?

Si chiede pertanto, per recuperare un minimo di fiducia e credibilità fra i cittadini europei, che le istituzioni europee si attivino rapidamente e senza ombre nel verificare e censurare ciò che le autorità preposte fino ad ora non sono riuscite a fare o non hanno voluto fare. Altrimenti poi non bisogna lamentarsi se i cittadini continueranno a voler utilizzare il contante e mettere i propri risparmi guadagnati onestamente sotto i più sicuri materassi!

Buon ascolto


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