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Rimborso crimini nazisti: sequestreremo e venderemo i beni tedeschi in Italia? La Germania fa ricorso

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Anche se la cosa sta passando sotto traccia, il 25 maggio il tribunale di Roma deciderà sulle cause civili legate ai danni nei confronti dei cittadini italiani compiuti dalla Germania nazista fra il 1943 e il 1945. Molti discendenti di vittime delle stragi naziste dell’epoca, non potendo più chiedere giustizia penale, hanno agito civilmente contro la Repubblica Federale Tedesca, chiedendo il sequestro dei suoi beni sul territorio italiano. Fra gli immobili che rischiano di essere sequestrati vi è la sede del Goethe Institut a Roma, la Scuola tedesca, l’Istituto archeologico tedesco e l’Istituto storico tedesco, sempre a Roma.

La minaccia è talmente serie che da un lato ne parlano i quotidiani tedeschi, dall’altro la Repubblica Federale Tedesca ha deciso di intentare una causa contro la Repubblica Italiana presso la corte di Giustizia internazionale dell’Aja per bloccare  eventualmente questa causa e tutelare i propri interessi in Italia. La Repubblica Federale afferma che il tempo dei risarcimenti sia finito e che ormai nulla è più dovuto ai paesi per i danni legati al nazismo.

Forse la Repubblica federale può anche avere ragione ed è tempo di consegnare quel periodo alla storia, una gran brutta storia. Però l’Italia dovrebbe chiedere i danni per la gestione germanofila, o meglio succube della Germania, dell’unione per lo meno degli ultimi 15 anni. Quella gestione che ha reso la UE schiava di una stupida austerità fuori tempo, della dipendenza energetica da Mosca, e di altre politiche anti industriali (fuori dalla Repubblica federale) che hanno distrutto la nostra industria. Un delitto che ha probabilmente causato danni anche ben superiori a quelli dell’occupazione nazista. Il risarcimento sarebbe semplice: la rinuncia a qualsiasi intromissione nella nostra politica economica e industriale da parte loro e della loro emanazione che governa a Bruxelles.

 


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