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RIFORME DEL PD: CON LA SERRACCHIANI ESPLODONO I COSTI DELLE PROVINCE! (seconda parte)

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In Friuli Venezia Giulia la Serracchiani sta varando la sua “più importante riforma”: l’abolizione delle province.
Riforma, che per i quotidiani a simpatia PD avrebbe dovuto portare un risparmio, ma che a conti fatti fa esplodere i costi della pubblica amministrazione.
La riforma è stata prevista in due parti: la prima, iniziata il I luglio, con la soppressione degli enti e la seconda con la creazione di 18 nuove entità (miniprovince) a sostituire parzialmente le stesse province abolite.
In un precedente articolo su Scenari Economici  avevamo analizzato i maggiori costi della mera soppressione delle province dovuti al trasferimento di più della metà dei dipendenti dall’ente intermedio a quello superiore, ovvero la regione, occorre ricordare infatti che i dipendenti regionali hanno la quattordicesima a differenza di quelli provinciali e vari altri benefit, e di vari servizi, in primis la gestione delle strade, che a livello regionale hanno costi ben maggiori. La Cgia di Mestre, in uno studio pubblicato, aveva ipotizzato in decine di milioni di euro l’aumento dei costi per la sola prima parte della riforma.
Oggi vedremo la seconda parte. L’assessore Panontin, estensore materiale della riforma, ha presentato due giorni fa in Consiglio Regionale le ultime novità della riforma. Al posto delle province abolite nasceranno 18 miniprovince denominate UTI (unioni territoriali intercomunali) che avranno parte dei compiti dell’ente precedente e parte di compite dei comuni (che resteranno ovviamente). Ovvero saranno una via di mezzo tra province e supercomuni.
Intanto per cominciare la sola nascita di questi nuovi enti intermedi costerà immediatamente ai contribuenti 5 milioni di euro “per il funzionamento dell’ente e per l’acquisto di attrezzature necessarie all’attività dei nuovi uffici” (art.62 delle legge Panontin 26-2014) ovvero per l’affitto di sedi e l’acquisto di computer carta ecc.ecc.
Successivamente ci sarà la nomina, in ogni miniprovincia, di un Direttore Generale (figura non esistente attualmente) con queste mansioni: “Il Direttore è l’organo di responsabilità manageriale cui compete l’attività di gestione per l’attuazione degli indirizzi programmatici e degli obiettivi individuati dagli organi di governo dell’Unione” (articolo 18 comma 2). Questa nuova figura dirigenziale costerà circa 2 milioni di euro in più all’anno sommando le 18 UTI.
Oltre al direttore generale ci sarà anche la nomina di un collegio dei revisori dei conti per ogni miniprovincia che verrà a impattare per circa 150.000 euro annui.
Dopodichè ci sono i costi dei politici. Con la riforma Serracchiani-Panontin si vanno ad abolire 4 consigli provinciali “per risparmiare” e quindi sempre “per risparmiare” si creano al loro posto 18 assemblee dell’unione con tanto di Presidente, vicepresidente e ufficio di presidenza (art 14). Ad oggi ancora non si è deciso sull’indennità del Presidente e dei membri, tuttavia la richiesta sul tavolo e su cui la Giunta dovrà deliberare è quella di equiparare il Presidente a un Sindaco di un comune di pari grandezza (cioè dai 40.000 abitanti in su) ovvero tra i 40 e i 50.000 euro di indennità all’anno. Ovverosia molto di più di quanto prendevano i Presidenti delle Province abolite che pure erano 4 e non 18.
Sempre per risparmiare.

Gianni Candotto


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