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Riforma elettorale di Biden affondata in Senato, anche grazie ai Dem…

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La riforma voleva “Ampliare” la partecipazione al voto sostanzialmente impedendo che gli Stati, responsabili del processo elettorale, potessero imporre leggi che identificassero gli elettori. Una richiesta molto strana, ma spiegabile con l’andamento delle ultime presidenziali, fatta sulla base che la richiesta di un documento di identità potrebbe escludere, secondo i Dem, poveri e minoranze dal vuoto. Il presidente Dem del Senato per accelerare l’iter voleva impedire il cosiddetto “Filebustering”, cioè l’ostruzionismo parlamentare da parte dei Senatori. Però per ottenere questo risultato erano necessari 60 voti su 100. Peccato che il Senato sia diviso esattamente 50 e 50 fra Dem e Repubblicani, e che due Dem, Manchin e Sinema, abbiano votato contro questa procedura privilegiata, mandando ampiamente sotto la richiesta.

A questo punto non solo l’Iter sarà normale, quindi lungo e soggetto alle tempeste dell’ ostruzionismo, ma si profila anche una maggioranza contraria alla norma. All’orizzonte si profila la sconfitta definitiva per Biden, già ai minimi come approvazione del proprio operato come presidente.

Il tutto rilevato, fra l’altro, da sondaggi “Amici”, mica da quelli fatti da Trump!, La colpa è più che altro dell’inflazione, che si fa sentire nelle tasche dell’americano medio. Carter, che come presidente era molto più lucido, su questo punto si giocò la rielezione…

 

 

 


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