Attualità
Ricordiamoci degli azzerati di CARIFE
Riceviamo e pubblichiamo dagli azzerati CARIFE
PARLANO GLI “AZZERATI CARIFE”: NON VOGLIAMO CHE SUL NOSTRO CASO CALI IL SILENZIO
“Non vogliamo che su di noi cada il silenzio, il caso CARIFE è una parte importante in un discorso più ampio di scelte politiche che non tengono conto dei reali bisogni dei cittadini”, “la politica aveva una scelta e l’ha fatta! Ha scelto di aiutare le banche.”
Sono le parole di Katia Furegatti che rappresentano l’essenza della conferenza stampa di questa mattina (venerdì 21 luglio 2017) tenuta nelle sale dell’Associazione “Agire Sociale” di Ferrara, ospitata dal Gruppo Economia di Ferrara (GECOFE) e voluta dai “Risparmiatori Azzerati di Carife” di cui, appunto, la stessa è portavoce. Parole che sottolineano la volontà di tenere viva l’attenzione sul loro caso e che l’acquisizione da parte della BPER della “parte buona” di CARIFE non è da loro considerato un “lieto fine” come viene descritto.
“32.000 persone”, dice, “sono state investite dal fallimento della banca ferrarese ovvero quasi un quarto della città. Uno Tsunami, un terremoto insomma, che ha lasciato molte macerie e che meriterebbe l’attenzione del caso”.
“La realtà”, proseguono all’unisono gli azzerati, “è che lo Stato non è intervenuto a tutelare i risparmiatori così come sarebbe stato giusto e come previsto anche dall’art. 47 della nostra Costituzione, mettendo a rischio una comunità intera in un periodo, tra l’altro, già di crisi conclamata. Sarebbe bastata una garanzia statale per evitare tutto questo, invece si è preferito tutelare banche e business”.
E in effetti gli NPL sono un vero e proprio business. Basti pensare che vendendo un credito che valeva 100 al 17 % si lascia un ampio margine di profitto a chi ha la possibilità di acquistarli. Quindi, come sempre, si difende e si avvantaggiano i soliti noti lasciando a se stessi e senza tutele tutti gli altri.
Poteva invece intervenire lo Stato in modo da salvare i risparmiatori (obbligazionisti o azionisti non speculatori) senza mettere così a rischio piccole imprese di un territorio già tanto colpito dalla crisi e senza impoverire tante famiglie. Lo Stato, con il tempo, avrebbe poi potuto recuperare quei crediti oggi deteriorati e farci anche un guadagno a vantaggio di tutti i cittadini.
I ferraresi però non si sentono soli in questa storia, continua la Furegatti, “anche se i provvedimenti del governo sono altalenanti, per ogni fallimento o rischio di fallimento si è proceduto e si procede in modo diverso, a seconda degli interessi del momento o, forse, degli umori di qualche Ministro, ci sentiamo tutti colpiti allo stesso modo”.
Questi “risparmiatori traditi” ribadiscono la loro delusione nei confronti dei politici locali. “E’ stato assente il Sindaco (PD ndr) ad esempio, ed è di Ferrara il Ministro Franceschini, che non ha speso mai una parola per questo dramma che ha investito tanti suoi concittadini. E neppure l’ex assessore al bilancio della giunta Taiani, Luigi Marattin , poi consigliere del Governo, ha mai dato una mano concreta”. E in molti, a questi politici, tengono a ricordare che le elezioni si avvicinano (sia locali che amministrative) e loro sapranno mantenere buona memoria dei loro mancati interventi.
Perché a Ferrara il caso CARIFE ha fatto nascere una coscienza civica e di attenzione politica che forse va al di là del caso singolo e poi… “32.000 famiglie sono davvero tanti voti”.
Il dato importante, e per certi aspetti nuovo e confortante, è che le persone che ho ascoltato questa mattina hanno dimostrato di voler superare lo scoglio dei tecnicismi, hanno compreso che il problema non è economico ma politico. Confortati in questo proprio dalle differenze che si vedono nelle soluzioni in ognuna delle recenti crisi bancarie che non fanno altro che dimostrare l’incoerenza e l’approssimazione di chi sarebbe chiamato a difendere gli interessi dei cittadini. “I mancati controlli da parte di Bankitalia, nessuna chiara responsabilità, le vaghe promesse non mantenute, tutti elementi che questa volta non passeranno”, dicono, “facilmente nel dimenticatoio”.
“Al di là delle questioni… Europa o non Europa, il problema è politico, ed è la politica che deve e può risolvere la crisi delle banche” questo il nocciolo. E tutti concordi nell’addossare le responsabilità a chi tra Parlamento e Governo potrebbe risolvere concretamente le questioni sul tavolo ma semplicemente non lo ha fatto e continua a non farlo.
Altro dato non secondario è, come ricorda sempre la Furegatti, che “gli azzerati Carife non sono soli, si stanno coordinando sempre meglio con la Toscana, il Veneto ed il ponte di solidarietà ha raggiunto anche la Sicilia”.
Le richieste concrete che vengono avanzate sono le seguenti e fanno parte del documento consegnato ai giornalisti presenti che è possibile scaricare completo in fondo all’articolo:
…AL GOVERNO, AL PARLAMENTO E A TUTTI I PARTITI
Il Governo ed il Parlamento devono intervenire per sanare la situazione di disparità creata nel Paese fra i risparmiatori con la gestione schizofrenica della crisi bancaria e l’adozione di provvedimenti difformi e contradditori coerenti in un solo aspetto: creare sofferenze per famiglie, piccole imprese, cittadini (la disparità di trattamento dei risparmiatori sembra creata appositamente per dividere e rendere più fragili persone senza più diritti di cittadinanza sanciti dal Patto Sociale che è la nostra Costituzione).
CHIEDIAMO che si dia mandato a Banca d’Italia per mettere in atto azioni e provvedimenti necessari per:
- trovare e concordare con BPER e UBI, le banche che sono oggi proprietarie delle 4 banche messe in risoluzione (Carife, BancaMarche, BancaEtruria e Carichiesti) iniziative commerciali a favore dei clienti retail che hanno sottoscritto azioni e bond subordinati esclusi dal rimborso forfettario.
- disporre che BPER e UBI Banca integrino con il restante 20% gli obbligazionisti che hanno ottenuto il rimborso forfettario delle obbligazioni subordinate come ha fatto con Intesa San Paolo per le due banche venete.
CHIEDIAMO al Vice Ministro Morando, come aveva promesso davanti a 1200 ferraresi il 3 aprile 2016, di esercitare concretamente la MORAL SUASION nei confronti di BPER e di UBI Banca.
E’ notizia di questi giorni l’iniziativa, peraltro volontaria, della banca spagnola Santander, che rimborserà per un totale di 680 milioni di € i 110mila risparmiatori che avevano sottoscritto l’aumento di capitale di un anno fa del Banco Popular, perdendo tutto. Questo è un chiaro esempio di come si possa ricostruire la fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario.
CHIEDIAMO di
- varare al più presto una riforma bancaria che definisca tempi brevi per la giustizia; l’imprescrivibilità dei reati dei “colletti bianchi”; l’istituzione di una Procura nazionale per i reati economici e finanziari, sulla tutela dei risparmiatori, perché sono pochi i magistrati profondamente conoscitori della complessa materia dei reati finanziari e bancari e vanno tutelati e sostenuti nella loro azione.
- Inibire sine die dalla gestione di patrimoni e finanze le persone condannate per reati connessi, una volta accertate definitivamente le colpevolezze…
Il prossimo appuntamento organizzato dai Risparmiatori Azzerati di Carife, a Ferrara, è la “fiaccolata del risparmio tradito” con partenza da Piazza Municipale alle ore 21.00. L’invito a partecipare è per tutti.
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