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Regno Unito: inflazione a due cifre, come nei primi anni ’80.

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L’Inghilterra torna ai primi anni ’80, ma manca una guida sicura e un progetto, giusto o sbagliato che sia, per superare la crisi. Il tasso di inflazione annuale nel Regno Unito è salito al 10,1% nel luglio del 2022 dal 9,4% del periodo precedente e leggermente al di sopra delle previsioni di mercato del 9,8%. Si è trattato della lettura più alta dal febbraio 1982 ed è legato  al rapido aumento dei prezzi legati all’abitazione e alle utenze (20,0% rispetto al 19,6% di giugno), le attività ricreative e culturali (5,6% rispetto al 4,8%), i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (12,6% rispetto al 9,8%) e i ristoranti e gli alberghi (8,9% rispetto all’8,5%). D’altro canto, i prezzi dei trasporti sono diminuiti (14,8% contro 14,9%). Rispetto al mese precedente, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,6%, al di sotto dello 0,8% di giugno, ma al di sopra delle previsioni dello 0,4%.

Ecco un grafico che mostra l’aumento rispetto ai mesi precedenti

Questo aumento inflazionistico avviene senza un indebolimento della Sterlina rispetto all’Euro che si tiene fra i massimi ed i minimi degli ultimi mesi

Rispetto al Dollaru USA la Sterlina si è indebolita, ma, comunque, il grosso del calo c’è già stato ed è partito a Marzo, con l’invasione dell’Ucraina. Quindi abbiamo un caso di inflazione senza svalutazione, almeno rispetto ad Euro e Dollaro, quindi o le attese inflazionistiche di queste valute sono simili, oppure la svalutazione è solo rinviata.

Questa inflazione avrà delle conseguenze immediate anche sul bilancio dello stato: se da un lato il governo sta incassando più IVA per l’aumento dei prezzi, dall’altro presto dovrà pagare incrementi delle pensioni a due cifre, per la rivalutazione dei trattamenti di anzianità. Inoltre la conflittualità sul lavoro è destinata a rimanere molto elevata, proprio perché i lavoratori non vorranno veder ridotta la propria paga reale. Quindi l’inflazione avrà delle conseguenze molto rilevati sull’economia inglese.

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