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Regno Unito: il governo si “Dimentica” di abbandonare il carbone…

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Il governo britannico ha presentato mercoledì al Parlamento l’Energy Security Bill, una proposta di legge che non conferma esplicitamente l’impegno del Regno Unito a porre fine all’uso del carbone entro ottobre 2024, una promessa fatta prima della crisi ucraina.

Il disegno di legge, il cui obiettivo è “fornire un sistema energetico più pulito, più accessibile e più sicuro”, non menziona il carbone, osserva Bloomberg, mentre un portavoce del Dipartimento per l’Energia, le Imprese e la Strategia Industriale non ha risposto immediatamente a Bloomberg per un commento.

L’anno scorso il Regno Unito ha dichiarato che avrebbe anticipato di un anno, all’ottobre 2024, l’obiettivo di porre fine all’uso del carbone nella produzione di energia elettrica, come parte del suo obiettivo di guidare il mondo nell’affrontare il cambiamento climatico. Il Regno Unito ha anche cercato di convincere i Paesi partecipanti al vertice sul clima COP-26, tenutosi a Glasgow lo scorso autunno, a impegnarsi ad abbandonare il carbone il prima possibile. Ora il fatto che questo impegno non venga citato sembra un ovvio, ma clamoroso, cambio di direzione.

Nell’ultimo decennio, il Regno Unito ha ridotto l’uso del carbone, mentre l’energia eolica ha guadagnato una quota di mercato massiccia nella produzione di elettricità del Paese. Lunedì, l’operatore di sistema National Grid ESO ha dichiarato che nessuna energia generata in Gran Bretagna proveniva dal carbone.

Tuttavia, la crisi del gas e dell’energia in Europa e la crisi del costo della vita nel Regno Unito, con l’impennata delle bollette energetiche, potrebbero aver spinto il governo a non impegnarsi esplicitamente a porre fine al carbone entro due anni.

Secondo i dati di National Grid ESO, lunedì il gas naturale ha rappresentato la quota maggiore della produzione di energia elettrica, con il 35,6%, più dell’eolico con il 34,0%. Con il gas a prezzi stellari il carbone, comunque caro, ma molto meno del concorrente gassoso, viene ad essere una forma di generazione energetica interessante per il Regno Unito. Meglio lo sporco carbone del freddo.

Sebbene il Mare del Nord britannico produca molto gas, la Gran Bretagna si affida anche alle importazioni dalla Norvegia e alle importazioni di gas tramite interconnettori dal Belgio e dai Paesi Bassi durante i mesi invernali. Un peggioramento dell’attuale crisi energetica e del gas nell’Europa continentale si farebbe sentire in tutto il Regno Unito, dove i clienti sono già alle prese con un’impennata del costo della vita e con l’inflazione più alta degli ultimi quarant’anni.

Il Regno Unito sta inoltre valutando la possibilità di interrompere la fornitura di gas attraverso due interconnettori verso l’Europa continentale, nell’ambito di un piano di emergenza che scatterebbe in caso di gravi carenze di gas in Gran Bretagna, secondo quanto riportato la scorsa settimana dal Financial Times.

 

 


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