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REGNO UNITO ED INTERSCAMBIO CON LA UE: SEMPRE MENO RILEVANTE PER LONDRA
I servizi informativi del Parlamento inglese ha recentemente pubblicato un documento informativo molto interessante che mostra come la UE sia sempre meno rilevante commercialmente, pur essendo ancora il partner principale.
Nel 2018 l’import dalla UE era pari a £345 miliardi (54% del totale dell’import). L’export inglese è stato pari a 289 miliardi di sterline, 46% dell’export. Ecco una comparazione con gli scambi con gli USA
Il deficit commerciale con la UE è stato enorme nel 2018, sfiorando i 65 miliardi di sterline. La cifra più alta della storia inglese. Solo per i Servizi vi è un surplus inglese.
Il peso della quota di export del Regno Unito vero la UE in comparazione con il totale dell’export è sceso dal 55% al 46%. L’economia europea quindi è diventata meno rilevante per le produzioni britanniche. Il processo di integrazione si è invertito, almeno per quanto riguarda il Regno Unito
Se per l’Europa le esportazioni verso il Londra sono stabili o crescenti, al contrario cala l’export inglese. Capite quale sia la perplessità britannica sull’utilità dell’appartenenza all’Unione.
Vediamo come il deficit commerciale inglese sia verso solo la UE, non verso il resto del mondo. Quindi il problema è bilaterale UE, Regno Unito, non del sistema economico nel suo complesso.Probabilmente l’attuale svalutazione della Sterlina verso l’Euro è anche una reazione a questi squilibri:
Quali sono i partner europei con saldi maggiori, e come si presentano i disavanzi verso i singoli stati ? ecco un grafico riassuntivo:
Il surplus verso l’Irlanda è legato soprattutto alle merci che transitano per il Regno Unito prima di giungere a Dublino. Il deficit maggiore è con la Germania, sopra i 21 miliardi di sterline (per la precisione 21,934 milioni) cioè circa 23,5 miliardi di euro . Con l’Italia il deficit è di poco superiore a 5 miliardi di sterline (5,4 miliardi di euro) .
Insomma per il Regno Unito il peso economico dell’Unione è calante, ed inoltre è deficitario dal punto di vista della bilancia commerciale. In un’altra situazione, extra UE, il governo britannico sarebbe intervenuto attivamente per rilanciare l’export verso l’area, o svalutare la propria moneta verso l’euro, ma la prima mossa è resa impossibile dalla presenza delle regole europee. Una gabbia che vedremo se Londra lascerà il 31 ottobre.
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